Bellissimo disco d’esordio per l’artista nigeriano Chris Obehi, nove tracce di una purezza unica, in un pop multietnico e gradevolissimo, pieno di colore e dolore. “Obehi” è il titolo di questo disco, in cui ci viene raccontato un viaggio lungo e tormentato, dall’Africa all’Italia, tra prigionia e traversata del Mediterraneo. I nove brani originali sono cantati in inglese, italiano, dialetto Esan (gruppo etnico che popola lo stato di Edo, nel sudovest della Nigeria) e siciliano. Ormai siamo diventati troppo intolleranti, ed un migrante deve essere per forza qualcuno che viene ad invadere la nostra ottusa comfort zone, la nostra vita. Dietro ogni persona che fugge c’è qualcuno che opprime, quindi è giusto non fare di tutta un’erba un fascio, e le ragioni d’ognuno sono tante. E allora fermiamoci ad ascoltarle, a leggere negli occhi della gente, ad insegnare dove possiamo insegnare e soprattutto ad imparare cose che ancora non sappiamo.
Chris Obehi, tra prigionia e traversata del Mediterraneo. Tutto in “Obehi”, attraverso un pop multietnico
L’album di Chris Obehi si apre con “Mama Africa”, in cui viene raccontato delle invasioni subite, con successiva colonizzazione, e inevitabile perdita della libertà personale. Nel primo brano di “Obehi” proviamo la sofferenza per la mancanza di libertà di movimento, l’oppressione, l’orrore al solo pensiero di esser costretti a migrare. Un inno al vero amore, quello puro, lo possiamo apprezzare in “100% Amore”, la seconda traccia di questo “Obehi” (che in Esan significa “Mano dell’Angelo”). L’urlo verso gli abusi di potere del brano “Mr Oga” è un ritmato afro beat in lingua Pidgin, idioma che unisce africani di diverse nazioni. La dolce armonia delle chitarre che accompagna “Fly Away” ci porta via insieme alla storia di due innamorati, nella quale nessuno avrebbe scommesso, eccetto loro. Un brano che abbiamo apprezzato particolarmente, in questo esordio di Chris Obehi, è “Walaho”, cantato in Esan e dedicato, in generale, alla figura della madre.
Il tema principale in “Obehi” (che in lingua Esan significa “Mano dell’Angelo”) è la lotta a difesa dei diritti umani
La costrizione alla lontananza, quindi non volontaria, genera amori a distanza, come in “Without You”, oppure vite lontano dalla propria casa (“Voice Of The Wind”). In questo bellissimo disco si fondono ritmi africani con pop e funk, ma non solo, e la dimostrazione sta nelle ultime due tracce di “Obehi”. “Cu Ti Lu Dissi” è un omaggio alla cantautrice Rosa Balistreri, e alla Sicilia che l’ha accolto nel 2015, e cantandola si è fatto conoscere. Nella traccia che chiude l’album, “Non Siamo Pesci”, Chris Obehi racconta in italiano ciò che accadde nel suo viaggio pieno di speranza attraverso il Mediterraneo. Una di quelle traversate che mettono in pericolo tante persone. E mentre ci sei dentro, in quel supplizio, pensi. E tieni ben a mente. Ricordi. E allora vien fuori, da quei ricordi, un meraviglioso grido di ribellione verso i confini di ogni genere, a favore dei diritti umani, contro l’abominio.