Ciao Epicoco! Benvenuto su Music.it, ti va di raccontare qualche aneddoto accaduto circa la tua musica che nessuno conosce?
Ciao Music.it, partiamo col botto! Vi racconto il primo aneddoto che mi viene in mente. Ero a Pescara per un concerto e mancavano pochi minuti alla mia esibizione. Quella sera ero più teso delle altre volte, infatti non infilai correttamente le cuffie che si usano durante i live. Me ne accorsi due minuti prima di salire sul palco e cominciai a creare il panico perché una delle due cuffiette era rimasta incastrata nell’orecchio. Un assistente di palco ha provato a calmarmi, sono un po’ paranoico, e mi ha risolto il problema in pochi secondi. Quando mi sono girato però mi sono accorto che tutti quanti ridevano come dei matti compreso il ragazzo che mi aveva aiutato. Ridevano per le espressioni della mia faccia, per l’agitazione e per quello che avevo combinato. Alla fine il concerto è cominciato, ma con alcuni minuti di ritardo.
Epicoco come nome d’arte da dove arriva?
Epicoco in realtà è il mio cognome, ma visto che era così epico l’ho scelto come nome d’arte.
Quando hai sentito l’esigenza di scrivere canzoni?
Ho sentito l’esigenza in maniera forte all’età di 12 anni. Ascoltavo molti cantautori e li invidiavo perché raccontavano mille storie attraverso la musica. Suonando il pianoforte da tanti anni anch’io volevo farlo e anch’io avevo molto da dire, ma non ci avevo ancora provato. Ho cominciato a scrivere i primi pezzi e poi è diventata una vera e propria dipendenza. Non mi sono più fermato!
Se dovessi dirci gli artisti che ti influenzano maggiormente, quali sarebbero?
Gli artisti che mi influenzano spesso sono quelli con cui sono cresciuto ovvero Cesare Cremonini, Fabrizio Moro e Pino Daniele. Sono in assoluto i miei preferiti. Chiaramente ascolto anche altri artisti che magari fanno un altro genere musicale rispetto al mio, però credo che nell’arte qualsiasi cosa può influenzarti, anche fuori dalla musica.
Epicoco, hai già tentato Sanremo Giovani nel 2019, ti riproporresti?
Penso che ci riproverò solo nel momento in cui avrò un brano che ritengo giusto per Sanremo.
Per un’esperienza così importante c’è bisogno di una canzone importante, in cui l’artista deve crederci molto.
Hai scritto canzoni insieme ad Irama e Benji&Fede, con chi altro ti piacerebbe collaborare?
Mi piacerebbe scrivere una canzone con Gazzelle e Tommaso Paradiso perché li ritengo molto particolari ed originali nel loro modo di fare musica. Seguo entrambi dai loro primi lavori e devo dire che ad ogni uscita riescono sempre a stupirmi.
Epicoco, prima dell’ultimo singolo, sono stati pubblicati: “Ricordami chi sono”, “L’unica cosa che odio di te” e “Buttati (Let it be)” che hai portato in giro aprendo le date del tour di Irama. Come ha reagito il pubblico? Cosa ricordi dei live, dal momento che non se ne faranno per molto tempo?
Il pubblico ha reagito alla grande. Ricordo che dopo un paio di date hanno cominciato a cantare i miei pezzi, lì ho capito che stava andando più che bene. Il live è la dimensione che amo di più, sul palco mi emoziono e faccio di tutto per lasciare qualcosa a chi mi ascolta, nonostante non sia un compito facile. Ogni volta che ci salgo e che trasformo l’adrenalina in good vibes sento di stare nel posto giusto. Ho girato tante città e mi ricordo ogni attimo del tour, sopratutto il calore e l’affetto del pubblico, sensazioni indimenticabili. Pensare che non si potranno fare concerti per un po’ fa male, non ci resta che sperare che questo incubo finisca il più presto possibile.
In “Facciamo Na Na Na”, tuo ultimo singolo, racconti di una storia d’amore ricca di passione eppure in fase di rottura. Cosa ti ha ispirato nel scriverla?
Sono andato a cena con degli amici e di fianco a noi c’era una coppia triste di fidanzati, nessuno dei due parlava e a tratti neanche si guardavano. Questa scena mi ha fatto partire un viaggio in testa, ho pensato che a volte il tempo cancella la passione, il fuoco che brucia con chi amiamo. “Facciamo Na Na Na” è una canzone leggera e ironica che sotto sotto ha un significato profondo, è un vero e proprio invito a non far spegnere quella fiamma. Nei primi tempi di una storia (come nelle immagini della canzone) serve a superare le paure e i timori che si possono creare, in un certo senso serve a buttarsi a capofitto senza farsi troppe paranoie. A lungo andare invece, serve a tenere viva la passione tra due persone.
Epicoco, quali saranno i prossimi step per il tuo progetto?
Il mio obiettivo è far uscire il mio primo disco nel 2021, per questo sto scrivendo tantissimo.
Non vedo l’ora di farvi ascoltare i prossimi brani.
Le ultime righe sono tutte tue. Saluta i nostri lettori in libertà!
Grazie a voi per questa bella intervista. Mando un bacio epico a tutti i lettori di Music.it e mi raccomando “Facciamo Na Na Na”!