Claudio Baglioni tornerà a esibirsi sul palco con uno spettacolo in streaming ispirato a “In questa storia che è la mia vita, suo 14° album in studio pubblicato lo scorso 4 dicembre 2020. A darne conferma è stato lo stesso cantautore, prima sulle pagine de Il Messaggero e poi riconfermato con Repubblica, che ha scelto il Teatro dell’Opera di Roma per la grande occasione. Una performance in cui l’artista non sarà solo, ma accompagnato da un gran numero di artisti che hanno contribuito alla realizzazione del suo ultimo disco.
Claudio Baglioni: «In tutto saremo 188 persone, un bel numerino: 76 musicisti, 69 coristi cantanti e 43 tra ballerini e performer. Ci ispiriamo alla vecchia concezione del teatro totale. Mi ci sono avvicinato altre volte ma mai in spazi così classici»
Lo spettacolo sarà a porte chiuse e senza pubblico, in pieno rispetto delle norme vigenti anti-covid. Sarà un esperimento molto interessante, perché Claudio Baglioni sottolinea che non sarà un “semplice” concerto, ma un vero e proprio spettacolo in streaming, dove sarà appunto possibile per gli artisti usufruire di molteplici aree, non solo del palcoscenico.
«È proprio questo il momento di sperimentare cose diverse. Senza pubblico useremo il palco e le sue prossimità: foyer, scale, corridoi, camerini. Una scena aperta a tutto lo spazio dell’opera, per integrare, evocandola, anche la grande tradizione del teatro lirico. Non un concerto, dunque, ma uno spettacolo in streaming»
L’album “In questa storia che è la mia vita” arriva dopo ben 7 anni di silenzio discografico, descritto dallo stesso autore come la sua autobiografica fatta in musica per lasciare il segno. Un concept album di 14 brani inediti, in stile anni ’70, in un turbinio di sonorità classiche, acustiche, accompagnati da un’introduzione (Capostoria) e un finale (Finestoria) e intervallati da brani numerati che sono intermezzi piano e voce collegati tra di loro. A breve Claudio Baglioni compirà 70 anni, ma sembra che, nonostante la sua età, abbia ancora molte cose da dire.
«Fare un concept album di 80 minuti, usando qualsiasi frame per tenere aggrappato l’orecchio di qualcun altro è per me un bisogno quasi patologico. Sia chiaro, non ho la stoffa del “conducator” che chiede spazio per le sue opinioni, chiedo attenzione per la mia musica. Non mi piace che vada persa la dimensione della profondità»