È vero, il Re del Pop Michael Jackson non era in grado di leggere uno spartito. Fu confermato più volte anche da lui. Era in grado di immaginare la musica, di progettarla nella sua mente senza avere bisogno di alcun tipo di supporto dove scriverla. Sapeva suonare praticamente ogni strumento, ma nessuno con particolare abilità.
Questo forse è dovuto alle particolari condizioni di sviluppo avute con il padre e i Jackson 5, che di certo non gli hanno consentito di studiare musica in maniera canonica. Sono in molti però che hanno riportato le incredibili abilità di Michael Jackson nel creare musica e che hanno assistito a sessioni di registrazioni di un intero brano che usciva solo dalla sua testa.
Rob Hoffman, ingegnere del suono, descrive il processo:
«Una mattina MJ entrò con una nuova canzone che aveva scritto durante la notte. Abbiamo chiamato in un chitarrista, e Michael ha cantato ogni nota di ogni accordo con lui. “Ecco il primo accordo, la prima nota, la seconda nota, la terza nota” diceva. Abbiamo poi assistito alla più appassionata e profonda performance vocale mai sentita, nella sala di controllo attraverso un SM57. Egli ci avrebbe cantato un intero arrangiamento, ogni parte. Steve Porcaro, una volta mi disse, che sentì MJ farlo con la sezione d’archi nella stanza. Aveva tutto nella sua testa, l’armonia e tutto. Non solo qualche nota. Avrebbe cantato l’intero arrangiamento in un registratore a micro-cassette completo di pause e completamenti».
Rob Hoffman
Michael Jakson dimostra come a volte in musica non è necessario uno studio canonico, e non è il solo ad avere questo dono. Basti pensare a John Lennon, Paul McCartney o Tom Yorke. Sono tutti artisti che non sapevano scrivere musica in maniera canonica, ma hanno trovato il loro modo di farlo. Questo non gli ha impedito di essere acclamati in tutto il mondo.