TRIMANTRA: “Abbiamo guardato tutti nella medesima direzione e in ogni altra”
I componenti dei Trimantra.
I componenti dei Trimantra.

TRIMANTRA: “Abbiamo guardato tutti nella medesima direzione e in ogni altra”

Ciao Trimantra, benvenuti su Music.it!

Ciao a voi!

Iniziamo subito con le cose difficili, così poi stiamo tutti sereni. Narratemi un episodio divertente/imbarazzante che vi è accaduto mentre eravate insieme a suonare da qualche parte. Uno per cui ancora state ridendo.

Beh ci sarebbero tanti episodi divertenti, specialmente legati alla quotidianità della sala prove, ma ne scegliamo uno che riguarda la nostra prima vera trasferta insieme in Toscana. Ci eravamo portati per l’occasione una bottiglia di Talisker (whisky scozzese di puro malto, ndR). Finito di suonare, in preda all’adrenalina e ai fumi dell’alcol, ci siamo mescolati alla fauna locale. Specialmente il nostro batterista Matteo, che si è finto un chiromante ed ha agganciato una tizia che, dopo essersi fatta leggere la mano, gli ha confidato di avere tre capezzoli. Questo è tutto ciò che lui ricorda.

Come si sono incrociate le vostre strade? Ascoltando “Visions From The Orchard” si ascoltano più anime di quanti siete.

Un po’ per caso, fra ricerca musicale ed amicizie in comune. Tutti e tre eravamo fortemente orientati verso una libera sperimentazione di generi pur avendo background musicali diversi.

Illuminateci sul titolo del vostro album. E pure su quello della band già che ci siete, anche se è un pelo più intuitivo.

Una volta avevamo simpaticamente tradotto dall’inglese Meleti, il paesello dello scantinato di Matteo che è diventata nel tempo la nostra sala prove, che diventò “Apple Orchards”. Qui sono nate e si sono sviluppate gran parte delle nostre visioni musicali. Da qui “Visions From The Orchard”.
Invece non è stato semplice trovare un nome alla band. Abbiamo passato almeno sei mesi a provare senza averne uno. Poi una sera ci siamo buttati tutti insieme in uno scervellante brainstorming che potesse portare alla luce le caratteristiche che meglio rappresentassero la nostra unione. Tre anime distinte che si incontrano e come un mantra si fondono e fluiscono: Trimantra.

Tre mantra distinti ma che si intrecciano davvero bene. A cosa pensate sia dovuto il raggiungimento dell’armonia compositiva udibilissima in “Visions From The Orchard”?

Non abbiamo mai escluso nessuna idea, nessuno spunto e persino nessun suono o strumento. Abbiamo, per così dire, guardato tutti e tre nella medesima direzione e in tutte le altre possibili.
Sicuramente è una strada tortuosa rispetto al decidere a priori un genere di riferimento. Cosa che comunque a noi non è mai interessata e non ci avrebbe portato ad avere le stesse soddisfazioni.
Abbiamo anche scelto concettualmente l’ordine dei brani, ricreando un viaggio progressivo e ciclico al suo interno.

Un’incalcolabile quantità di spunti: psichedelia, hard rock, stoner e alt rock sono solo quelli più udibili. Sicuramente sono in tanti i musicisti a portarsi dietro influenze da generi diversi. Ma voi sembra non ne abbiate uno prevalente.

Esattamente, come dicevamo prima ci portiamo dietro tutti e tre un bagaglio di generi abbastanza variegato, tanto che Trimantra è per noi una band ed una creatura a sé stante. Ci volevamo sentire liberi di sviluppare tutte le nostre influenze. Abbiamo considerato ogni piccola sfumatura, così da ottenere un risultato il più personale possibile, senza ricordare per forza la copia di qualcosa di già sentito.

Come recepisce il pubblico la vostra non-scelta di un genere musicale definito? Come democrazia o come schizofrenia?

Ma ci hai visti in foto? Ovviamente schizofrenia! (Ridono istericamente come dei cattivi Disney).

Compiti da fare: tema descrittivo. No, gioco, niente tema. Ma se doveste scegliere quattro aggettivi con cui descrivere “Visions From The Orchard”, quali scegliereste?

Labirintico. Caleidoscopico. Istintivo. Onirico.

Avete partecipato a diversi festival, uno dei quali in compagnia di nomi come Chelsea Wolfe. Quale live di quale artista vi piacerebbe aprire?

Non abbiamo un nome in particolare in comune, ma di sicuro un luogo: al tramonto, dispersi in una landa desolata della Mongolia.

State lavorando a qualcosa di nuovo? Giuro che non lo diciamo a nessuno.

Abbiamo tante idee già in vitro, stiamo miscelando gli ingredienti sonori per dare luce alle nostre nuove creature.

Ho finito di punzecchiarvi. Vi saluto con la certezza di riascoltarvi, più prima che poi. Ultimo compito: tema libero. Usate come volete le ultime righe. Ciao!

Marco: Vorrei che la musica dei Trimantra possa essere un domani la colonna sonora di ogni lavanderia a gettoni del globo.
Matteo: AuroraDiSaturno.wav
Simone: Cereali Kellogg’s! Palle!

https://trimantra.bandcamp.com/album/visions-from-the-orchard