Per la fine dell’estate James Meadow (al secolo Davide Falcone) presenta il suo disco d’esordio “A Scarecrow Sight”. Undici tracce in cui la chitarra acustica è la protagonista principale, e lo strumento con cui il cantautore esprime il suo percorso artistico.
Le differenti anime di James Meadow cercano tutte di ritagliare il loro spazio all’interno di “A Scarecrow Sight”, e spesso ci riescono agilmente. Ma di certo dev’essere stato un bel lavoro per il Davide trovare un equilibrio fra tutte gli elementi che ha inserito nei brani del disco. Da un lato c’è la presenza “scenica” della chitarra tratta dalla parentesi da busker di James Meadow e che inevitabilmente lascia un’impronta nettamente acustica. C’è poi l’anima da antropologo che emerge chiaramente nei testi e non ultimo nel suo pseudonimo liberamente ispirato a Margaret Mead, figura eminente dell’antropologia.
Ma come si coniugano tutti questi fattori in “A Scarecrow Sight”? Spesso quando ci sono tante cose che si vogliono tirar fuori in un disco il rischio che si corre è quello di perdersi qualcosa “per strada”. James Meadow, per non correre questo rischio, percorre la via più sicura (e fa bene) non puntando sulla sintesi quanto sull’approfondire le tematiche dell’album.
Che si parli di crisi esistenziale, delle emergenze politiche, famiglia o amore James Meadow mantiene sempre un punto di vista unico e davvero interessante
La chitarra acustica viene infatti esplorata in lungo e in largo, sia negli utilizzi (da quelli più soft fino a punte quasi hard), sia nelle coniugazioni stilistiche. C’è molto folk americano nelle mani di Davide Falcone e lo esprime in ogni singola traccia. L’aspetto testuale è un altro punto d’onore per il cantautore. Che si parli di crisi esistenziale, delle emergenze politiche, famiglia o amore lui mantiene sempre un punto di vista unico e davvero interessante. Antropologico non nel senso asettico della scienza, ma nel senso dell’approfondimento umano. Una rielaborazione del suo percorso di studi che ha trovato una via nella musica.
“A Scarecrow Sight” è una insieme di esperienze, una parentesi di vita passata sulle strade del mondo a suonare, rinforzata da uno “studio” sugli uomini e le loro criticità. È un album che a raccontarlo può sembrare un intricato miscuglio di temi, ma che in cuffia si risolve come un’ amabile raccolta di canzoni per voce e chitarra con tante cose da dire.