Autore, produttore, cantante e ghostwriter, persino autore di un libro “I segreti dell’Autotune”, fa musica da quando aveva 15 anni: tutto questo è Akes, sensibile e sognatore, nome d’arte dai tempi che faceva graffiti.
Il 14 giugno è uscito il suo ultimo EP “Mentre il giorno muore”, composto da 4 brani, creato nella meravigliosa cornice di Los Angeles.
Questo progetto New Metal, per Akes, ha segnato un ritorno ma allo stesso tempo una chiusura: ritorno, perché da ragazzo il Metal era il suo genere preferito, mentre è stato una chiusura ed un’ evoluzione da un punto di vista psicologico. In quel periodo, infatti, Akes soffriva di attacchi di panico e vedeva tutto sotto una luce grigia: “Principessa del buio” ad esempio, che è l’ultima canzone uscita, nasce come un canto abbrutito durante una ricerca d’amore. Akes, con la sua sensibilità, ci racconta che ha imparato tanto dalla musica e dall’amore, che rimangono le costanti della sua vita.
In questo progetto ha iniziato a produrre musicalmente i suoi brani e a riprendere il suo gusto, in un momento in cui, appunto, si sentiva molto bloccato e la musica era l’unico modo per smuoverlo interiormente.
Il primo ricordo sulla musica
Il primo ricordo di Akes, sulla musica, è verso i 5/6 anni, quando inventava canzoni giocando con i pupazzetti. Ad oggi, si descrive come un artista profondo e non gli importa il genere che fa, lui ha provato anche con il rap e produzioni più commerciali, il suo obiettivo è quello di comunicare.
Tra 5 anni, invece, si vede sposato, con figli, e tanti live in programma, sta già lavorando a un nuovo album e si sente sereno e combattivo, in un periodo di rinascita.
Lascia ai suoi fan il consiglio di chiudere con tutto ciò che è tossico e li invita a sforzarsi di non fare esperienze solo per emulazione, ma di supportarsi con le proprie passioni e, perché no, con una bella terapia, se necessario.
L’importante è che l’amore, in tutte le sue forme, compreso quello per se stessi, vinca sempre e così la musica di Akes.
Giulia Marceca