Alangrime presenta “ColpoGrosso”, il suo disco d’esordio uscito il 20 aprile. Ad un primo ascolto emerge prepotente un sound elettronico saturo di bassi che avvolge l’ascoltatore a 360°. “ColpoGrosso” si muove su un doppio binario: da un lato una via elettronica che tende al rap e dall’altra un sound più indie, che riprende tutti i canoni più classici del genere.
Alangrime sembra aver preso i due mood del momento e, dopo averli fusi insieme, è riuscito a creare un proprio sound che va oltre sia l’una che l’altra esperienza sonora. Per la parte testuale vale un po’ quanto detto fino a questo momento. Da un lato emerge qualche contenuto interessante, dall’alto Alangrime sembra appoggiarsi un po’ ai leitmotiv che hanno fatto il successo dei due generi di cui sopra.
Diciamo che “ColpoGrosso” è un disco “furbo”. Nel senso che sceglie di muoversi in territorio alleato, appoggiandosi a due generi che al momento sono una sicurezza. Allo stesso tempo, però, decide di crearsi un proprio spazio tra questi due genere, in modo da offrire comunque qualcosa di relativamente nuovo all’ascoltatore.
Alangrime, due generi di punta fusi con classe
Il discorso su questa “furbizia” di Alangrime, non si riduce però alla classica operazione paracula. No, perché, come già detto, questo artista è riuscito a fondere i due generi di punta ma l’ha fatto con classe e in maniera funzionale. Per usare un termine da giovinastri, Alangrime è un bomber, ed è riuscito a cadere in piedi in un contesto musicale decisamente già saturo.
Altro punto a favore di Alangrime è la scelta del sound. “ColpoGrosso” ha un gran bel sound, niente di troppo innovativo o sperimentale, ma comunque ha un suo perché e riesce a regalare all’ascoltatore pezzi e suoni di qualità. Sicuramente c’è stato un bel lavoro in studio e in fase di mixaggio, senza strafare ma senza nemmeno accontentarsi delle basi tristi preimpostate.
Riguardo poi alla varietà di brani offerti da “ColpoGrosso” anche qui siamo a un buon compromesso. Non bisogna aspettarsi la scoperta di chissà cosa, ma il disco è decisamente funzionale e, anzi, ha delle belle idee compositive più “cattive” se vogliamo che tengono alta l’attenzione dell’ascoltatore.
Valentina Nappi, medaglia al valore
Poi, un artista che cita Valentina Nappi merita una medaglia al valore. Alangrime ha tirato fuori un disco d’esordio con gli attributi e nonostante la paraculata di cui sopra ha saputo fare bene i compiti a casa. “ColpoGrosso” è davvero un colpo grosso che dimostra come questo artista sappia perfettamente dove andare a parare.
Ci sono momenti forse un po’ troppo canonici che potevano essere rielaborati un po’ meglio, ma tutto sommato siamo davanti a un disco che potrebbe trovare il suo spazio nel panorama musicale.
Tenendo poi presente il suo essere un disco d’esordio, non possiamo che dare una pacca sulla spalla a Alangrime.