Qui su Music.it siamo pronti a scambiare due chiacchere con AleX Bevilacqua, cantautore e scrittore milanese. Allora AleX, iniziamo parlando di qualcosa di curioso e di divertente che ti riguarda! Vogliamo un aneddoto imbarazzante, qui e ora!
Ho un omonimo che fa musica e abita a Salerno. Però facciamo due generi differenti e non c’è modo di confonderci!
Durante il periodo universitario hai cominciato a suonare la chitarra da autodidatta: cosa ti ha spinto e quali sono state le difficoltà che hai incontrato nell’approcciare la musica senza l’aiuto di un maestro?
In realtà verso i 15 anni avevo già effettuato un corso collettivo di chitarra di qualche mese con cui ho imparato i primi rudimenti, quindi non ero totalmente a digiuno. Comunque apprendere da solo è una sfida stimolante e avvincente, anche se non si è mai soli quando ci si confronta spesso con altri amici che già suonano da qualche anno o che stanno imparando come te, scambiandosi “trucchetti” e informazioni…
Ti rispecchi di più nella carriera musicale o in quella forense?
Decisamente in quella musicale, anche perché qualla forense non la svolgo!
Il 4 dicembre è uscito il tuo ultimo singolo, “La sindrome del divano”. Come nasce questo lavoro?
Nasce da un brano di matrice folk-rock composto alla chitarra, che poi ha vissuto una vita nuova vestendosi di sonorità electro appena sono entrato in contatto con alcuni software di musica elettronica. È stato molto piacevole sentire come questo brano si andava trasformando sotto la spinta di arpeggiatori, synth e incalzanti ritmiche dance.
Nel brano racconti di come spesso le persone tendano a rimanere nella propria “comfort zone”, senza assumersi il rischio di vivere davvero le cose che amano. Tu ritieni di appartenere a questa categoria o, al contrario, ti definisci un coraggioso?
Potrei definirmi un coraggioso a metà, nel senso che cerco di vivere la vita che vorrei ma si potrebbe sempre osare di più. Come dice il motto “Only the brave…”.
I social stanno prendendo sempre più piede e per molti rappresentano addirittura un lavoro: cosa ne pensa Alex Bevilacqua a riguardo?
I social sono una specie di manna dal cielo. Danno la possibilità di farsi conoscere anche ad artisti che altrimenti sarebbero esclusi dai media tradizionali. Per esempio, anche solo vent’anni fa, se non avevi la fortuna o il merito di essere sotto l’ala di un’etichetta major o indipendente, non avresti avuto la possibilità di farti conoscere al mondo. Ora puoi. Di contro questo ha dato l’avvio a un’offerta sovrabbondante non sempre sotto il segno della qualità. Ma del resto la qualità sembra latitare a volte anche dai canali ufficiali.
Alex Bevilacqua, hai progetti futuri? Hai un’artista con cui sogni di collaborare?
Produrre altri singoli come “La sindrome del divano” e implementare un progetto unitario da diffondere attraverso dei canali alternativi alle solite piattaforme di streaming e download. Mi piace lanciare nuove sfide anche su questo versante. Per quanto riguarda le collaborazioni, ne ho fatte parecchie in passato e mi piacerebbe continuare in futuro. Tra i grossi nomi potrei citare Dolcenera, a livello indie adoro Verano, sarebbe fantastico lavorare con lei.
La nostra intervista termina qui: riempi le ultime righe come vuoi! Ciao!
Un grosso ciao (ma non un “ciaone”…) ai magnifici lettori di Music.it. Un nome migliore non potevate trovare per il vostro magazine!