Una scena di “Amici come prima”, il film della reunion di Christian De Sica e Massimo Boldi.
Una scena di “Amici come prima”, il film della reunion di Christian De Sica e Massimo Boldi.

AMICI COME PRIMA non è il solito cinepanettone, grazie a tanti piccoli accorgimenti

C’è una sola parola capace di far accapponare la pelle del cinefilo più purista: cinepanettone. Il peccato originale fu compiuto nel lontano 1983 dai fratelli Carlo ed Enrico Vanzina. Presentarono sul grande schermo il loro “Vacanze di Natale”. Una commedia dai toni amari, ambientata sulle vette innevate di Cortina, con un cast corale composto dai volti comici più in voga del momento. Anno dopo anno – poiché squadra vincente non si cambia e nemmeno formula – seguì una lunghissima serie di film natalizi. Un trend tutto nostrano che ha consolidato la storica coppia composta dagli attori Christian De Sica e Massimo Boldi, protagonisti assoluti di ogni film in questione. Fino al fatidico “Natale a Miami” di Neri Parenti del 2005. Ci fu la separazione del celebre duo, con una seguente produzione rivale di ben due cinepanettoni l’anno.

Dopo 13 anni di faida al box-office natalizio, Christian De Sica e Massimo Boldi hanno sotterrato l’ascia e sono ritornati “Amici come prima”. Il film è firmato da Christian De Sica stesso e da suo figlio Brando, che ha scelto di non apparire nei credits finali. Questa reunion tra i due mostri sacri del cinepanettone non solo cerca di portare nuova linfa vitale al genere, ma tenta di spogliarsi delle sue desinenze più grette. Perché, dopotutto, la critica più feroce inflitta ai film precedenti riguardava la diffusione di un’immagine volgare e qualunquista del costume italiano. Parolacce, gestacci, flatulenze incontrollate, stereotipi marcati di genderismo, classismo e razzismo accomunavano, a detta della critica purista, tutta la produzione dei classici cinepanettoni.

Con “Amici come prima”, Christian De Sica cerca di recuperare quel lato malinconico proveniente dalla commedia all’italiana di cui lui stesso è figlio.

Con “Amici come prima”, Christian De Sica e un consolidato team di sceneggiatori cercano di recuperare quel lato malinconico proveniente dalla commedia all’italiana di cui lui stesso è figlio. Lo fanno raccontando una storia d’amicizia tra due personaggi al volgere della terza età. Cesare Proietti (Christian De Sica) è uno stimato direttore di un noto e lussuoso albergo milanese. Perde il suo lavoro a causa di un’acquisizione estera. La ricerca di un nuovo lavoro si rivela vana, e si sente ripetere: «Ha parecchie competenze, ma è vecchio». Spossato, anche a fronte di una famiglia molto legata all’elevato tenore di vita, decide di prendere la drastica decisione di vestirsi da donna e proporsi come badante di Massimo Colombo (Massimo Boldi), che altri non è che il ricco proprietario dell’albergo. Tra i due nasce una forte sintonia, che si trasformerà in attrazione amorosa da parte del milionario verso l’avvenente Lisa Sandrelli/Cesare Proietti.

“Amici come prima”, sin dal suo incipit con tanto di VHS inserita e “Masterpiece” di Gazebo in sottofondo, gioca continuamente sul versante nostalgia. Non solo verso i cinepanettoni precedenti, ma citando una serie di commedie cult romantiche del passato. Come la necessità lavorativa al travestitismo di “Tootsie”, la creazione del personaggio femminile con tanto di corsa finale fra i tavoli di “Mrs. Doubtfire”, fino alla celebre scena della collana di “Pretty Woman”. Questa serie di riferimenti risultano contrappunti piacevoli a una storia di per sé molto classica, ma capace di sorprendere vista la sua alterità al genere di riferimento. Christian De Sica si toglie finalmente gli abiti del latin lover infedele e furbetto, per prendere quelli duplici di Cesare e di Lisa. Massimo Boldi rimane ancora fedele alla sua macchietta di imprenditore milanese eccitato, sebbene meno innocuo e più maligno del solito.

Un punto di forza assoluto di “Amici come prima” è l’assenza di tutta la carovana di attori spalla dei precedenti.

Rispetto ai vari “Vacanze a…”, “Amici come prima” porta avanti una narrazione sensata, e cerca di soffermarsi anche su risvolti meno comici. Così il rapporto tra i due protagonisti non è strutturato solo sulla battuta e la gag, ma è approfondito da momenti più romantici e sentimentali, inerenti la scoperta di una nuova amicizia e della seconda giovinezza. Un punto di forza assoluto di “Amici come prima” è l’assenza di tutta la carovana di attori spalla dei precedenti, i vari Paolo Conticini, Biagio Izzo, Paolo Ruffini ed Enzo Salvi. Inserendo caratteri più gradevoli, interpretati fra gli altri da Lunetta Savino e Maurizio Casagrande, è appianata la costruzione pedante e stereotipata tra Settentrione e Meridione e diverse sessualità. Tutto è più sfumato. La complicità e la fratellanza superano dinamiche da sempre trattate con forzato macchiettismo.

La regia di De Sica – padre e figlio – è dinamica e dai toni insoliti. Decisamente meno piatta e patinata delle precedenti. “Amici come prima” non è di certo la rivelazione dell’anno. Anzi, il serbatoio di battute come «Me la ciullano», «Na Caccola», «Ma che è sta cafonata» rimane… Ma fortunatamente relegato alle brevi clip mostrate nel trailer. Tuttavia, è degna di nota la volontà nell’adoperare una rottura allo standard del cinepanettone, facendo emergere quel lato agrodolce che la commedia ha di per sé. Lato che i veri maestri hanno sempre rappresentato con sapiente riflessività. “Amici come prima” segna il comeback di Massimo Boldi e Christian De Sica in una vesta nuova, fresca. La speranza è di non vederli ritornare sui loro passi, ma di liberarsi ulteriormente dei rimanenti lasciti stantii del cinepanettone dei Natali passati, continuando sulla via della qualità.

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