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Arte e Coronavirus: quanto è alto il rischio di contrarre il virus ai concerti, al cinema o a teatro?

Nuovo studio in corso per comprendere se e quando riprendere i concerti in sicurezza. Secondo gli studiosi tedeschi, infatti, esisterebbe un rischio minimo di contrarre il virus durante un concerto.

Lo studio fatto alla Konzerthaus di Dortmund

A confermarlo uno studio della durata di tre giorni fatto alla Konzerthaus di Dortmund, con una capienza di 1500 posti. L’esperimento in questione è stato realizzato dal Fraunhofer Heinrich Hertz Institute e si è occupato del movimento delle particelle sospese nell’aria in un ambiente chiuso.

Grazie ad un manichino high-tech, gli scienziati hanno potuto simulare la respirazione umana e, dopo le misurazioni effettuate in tre date separate, hanno concluso che il rischio di infettare qualcuno è quasi escluso. Questo, ovviamente, a patto che tutti indossino le mascherine e che il luogo abbia un ricambio d’aria adatto. Il dottor Raphael von Hoensbroech, direttore della Konzerthaus di Dortmund ha affermato:

«Le sale da concerto e i teatri non sono luoghi di infezione. Gli ultimi mesi hanno dimostrato che la politica ha bisogno di una base scientificamente solida per il proprio processo decisionale. Con il nostro studio, vogliamo garantire che le sale da concerto e i teatri possono nuovamente riammettere un numero di spettatori sufficiente quando riapriranno»

Concerti, cinema e teatri. Quali misure di sicurezza seguire?

Nonostante questi risultati particolarmente incoraggianti, gli scienziati consigliano comunque di utilizzare una capacità ridotta per la ripartenza degli spettacolo; questo soprattutto per evitare assembramenti e disordini in entrata, in uscita e nei luoghi di ristoro interni alla sala (come bagni e posti dedicati alla vendita di cibo e bevande).

Comunque, da questo e da altri studi eseguiti nell’ultimo anno in Germania, emerge chiaramente che il rischio di infettarsi a un concerto o a uno spettacolo di qualsiasi natura è basso. Questo a patto che tutti rispettino le misure igieniche di cui sopra e che il locale sia dotato di un sistema di ventilazione adeguato.

Bene o male questi risultati rispecchiano le ipotesi già verificate da altri scienziati in giro per il mondo. Il rischio contagio resta molto basso ma dipende quasi tutto dalle attenzioni degli spettatori.
Questi studi potrebbero indubbiamente essere una svolta nella lotta al Covid-19 ma, soprattutto, potrebbero portare una boccata d’ossigeno al mondo dell’arte e della cultura.

Certo, non ci sarà più la spensieratezza di un tempo e il fattore di rischio, per quanto basso, inciderà comunque sullo spettacolo stesso. Ma è già un primo passo verso la normalità. La speranza di tutti è che, gradualmente, si possa ricominciare ad assistere a uno spettacolo in sicurezza. Anthony Fauci, qualche giorno fa aveva pronosticato una riapertura dei concerti il prossimo Autunno. Se saremo fortunati, grazie a questi studi, già in primavera potremmo vedere qualche miglioramento.

Intanto a Londra, il The 100 Club, sta sperimentando un sistema di ventilazione innovativo che dovrebbe neutralizzare il 99,99% di agenti patogeni nell’aria. Si tratta di un esperimento in divenire, ma che fa ben sperare per il futuro. Ci sono ancora molte incognite ma l’idea è più che valida e non resta che aspettare i test che dovrebbero iniziare alla fine del mese.

Uno sforzo collettivo per superare la pandemi

Se la lotta al Coronavirus ci ha insegnato qualcosa è che bisogna avere fiducia nella scienza ma soprattutto che bisogna lavorare tutti insieme per venire fuori da questa situazione.

La scienza e gli scienziati hanno fatto uno sforzo inimmaginabile fino a qualche anno fa, ma che è stato reso possibile dal continuo scambio di dati e di comunicazioni in giro per il mondo. Mai come prima d’ora siamo stati così vicini gli uni agli altri e questo nonostante le misure di distanziamento sociale.

Nella speranza di poter tornare al più presto sotto un palco o tra le poltrone di un cinema e di un teatro, non resta che affidarci agli scienziati e ringraziarli per gli sforzi fatti in questi mesi, anche a sostegno dell’arte.

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