BAOBAB ROMEO: "Vogliamo suonare ciò che ci piace e divertirci"
La band dei Baobab Romeo
La band italiana Baobab Romeo

BAOBAB ROMEO: “Vogliamo suonare ciò che ci piace e divertirci”

Benvenuti Baobab Romeo su Music.it. Per rompere il ghiaccio siamo soliti chiedere un aneddoto divertente ai nostri ospiti, relativo alla loro carriera. Raccontatecene uno.

Ciao a tutti e grazie per questa intervista su Music.it. Possiamo raccontarti che ogni pre concerto andiamo nel panico per qualche aggeggio elettronico che non funziona, per poi scoprire che è semplicemente un cavettino, su 100, collegato nel posto sbagliato. Oppure di quella volta che durante un concerto, al posto dei consueti visuals, il segnale sparì e suonammo con una schermata bianca e logo di una nota marca di proiettori, sparata in faccia per quasi tutto il live.

“Hum” è il vostro ultimo lavoro. Come mai avete scelto questo nome che letteralmente significa “ronzio/brusio”?

Ci interessava molto questo fenomeno acustico definito Hum che è un ronzio a bassissime frequenze difficilmente rilevabile da microfoni generici, la cui fonte è misteriosa.

Cosa è cambiato nelle vostre ambizioni tra il primo EP del 2015 e questo full length appena uscito?

Le ambizioni sono sempre le stesse, vogliamo suonare ciò che ci piace e divertirci. È cambiata la consapevolezza nelle nostre capacità compositive.

Chi di voi tre è il maggior “responsabile” della scrittura dei testi e chi delle musiche dei Baobab Romeo?

Per quanto riguarda la scrittura dei testi se ne occupa totalmente Mattia (ndr: Mattia Bresciani, voce della band). Alla composizione della musica compartecipiamo tutti e tre.

In “Hum” c’è la forte predominanza dell’elettronica e dei synth, senza disdegnare chitarre, basso e batteria. Pensate di continuare su questa strada o siete ancora in evoluzione artistica?

Sicuramente ci sarà un’evoluzione com’è normale che sia in ogni progetto che cerca di migliorare disco dopo disco. Riteniamo che mischiare gli ingredienti sia molto importante per la salute della band.

Quali sono gli artisti a cui fate maggiormente riferimento, sia del passato sia contemporanei?

Abbiamo background musicali differenti. Tra gli artisti che ci accomunano ci sono King Crimson, Ben Frost, Tim Hecker e Arca.

In “Hum” i Baobab Romeo sono accompagnati da due ospiti: due voci aggiunte, una più profonda, l’altra più incantata e sognante. Diteci qualcosa in più su questi artisti.

Per “Ring” avevamo bisogno di una voce molto profonda, che desse calore al primo pezzo dell’album. Abbiamo pensato subito all’amico Manuel Malò, cantautore mantovano da anni presente sulla scena italiana. Per “Vulcano” avevamo la necessità di integrare alla voce di Mattia, quella dolce e sognante di Adele Ravelli, giovane cantante mantovana, e amica della band.

Una canzone di “Hum” che ci ha colpiti particolarmente è “Beautiful Colours”. Sbagliamo se diciamo che ci sembra una canzone molto “intima e personale”?

È molto personale: è una dedica speciale che Mattia ha voluto scrivere in seguito ad una grave perdita. È una canzone di speranza alla quale siamo particolarmente affezionati.

Come è nata la collaborazione di Baobab Romeo con Iuvenis Danza, che vi ha portato oltre oceano, a partecipare all’Idaco Festival di New York?

Da alcuni anni conosciamo le coreografe di Iuvenis Danza, 2 anni fa c’è stata l’occasione di creare uno spettacolo collaborando. La performance si è svolta su una piattaforma galleggiante sul lago di Mantova, è stata davvero un esperienza molto emozionante e stimolante per tutti. Dopo quella collaborazione ce ne sono state molte altre ed il 6 aprile di quest’anno presenteremo con loro a Mantova “Hum”, performance creata ad hoc sulle tracce del nostro ultimo album.

Vi salutiamo e ringraziamo per averci concesso un po’ del vostro tempo. Lasciamo a voi lo spazio per aggiungere ciò che volete.

Grazie a Music.it e un saluto a tutte le persone che hanno letto questa intervista e a tutti quelli che ci seguono.