Guai con la giustizia per il rapper nuorese Bakis Beks. L’8 settembre del 2018, in concerto all’Exme di Nuoro, cantò una canzone antimilitarista, alzando il dito medio. La performance però è stata ritenuta oltraggiosa per le forze dell’ordine presenti.
Quel concerto potrebbe costare caro al rapper nuorese Bakis Beks e ad altri 3 giovani del pubblico. Raggiunti da un decreto penale di condanna con una multa di 2mila e 500 euro a testa.
Lunedi 13 giugno, davanti al giudice del tribunale di Nuoro Daniela Russo, si è aperto il processo che vede i quattro imputati di oltraggio a pubblico ufficiale. L’udienza è stata aggiornata al 19 settembre per la deposizione del primo teste dell’accusa, rappresentata in aula dalla pm Francesca Picu.
Nel mirino il testo della canzone “Messaggio” di Bakis Beks
Bakis Beks in questa canzone si scaglia contro la presenza delle basi militari in Sardegna. “Non c’è tempo per mediazioni, indennizzi, conciliazioni, questo è un messaggio ai coloni. Basta, fuori dai c….!”. Questo è il passaggio incriminato, accompagnato alla fine dal dito medio alzato dal rapper.
“Non posso accettare la condanna perchè io e gli altri 3 amici – spiega il cantante prima dell’udienza – siamo stati ritenuti colpevoli di cose che non abbiamo fatto. Ovvero di aver inveito contro le forze dell’ordine. Quando in realtà ho solo fatto la mia performance contro le basi militari”.
“Ci batteremo – aggiunge l’avvocato Giulia Lai – perchè nella canzone del mio assistito sono state pronunciate parole di rivendicazione contro le politiche militari. E non insulti contro le forze dell’ordine”.
Davanti al tribunale, gli antimilitaristi dell’associazione Libertade hanno promosso un sit-in di solidarietà srotolando uno striscione: “L’arte non si reprime”.
“Siamo un bersaglio facile solo perchè ci opponiamo anche attraverso la musica e l’arte alle politiche militari in Sardegna – denuncia il presidente di Libertade Giampiero Cocco – Noi vogliamo continuare a lottare e stare al fianco di persone come Bakis e i suoi amici. Raggiunti da una condanna penale per aver espresso le proprie opinioni attraverso la musica”.