A farci compagnia oggi su Music.it è il duo Chiamamifaro, che sono Angelica Gori e Alessandro Belotti. Ciao ragazzi, benvenuti. Avete un aneddotto legato alla musica particolarmente significativo da voler condividere con noi?
Alessandro: Una delle prime volte in cui ci siamo incontrati stavamo ascoltando musica a casa di Angelica. Per ostentare un po’ di superiorità ad un certo punto inizio a fare discorsi noiosissimi sul jazz e le tiro fuori un chitarrista israeliano di New York, tal Oz Noy. Lo trovavo molto cool ma a quanto pare lei non è stata della stessa idea. Non ci siamo parlati più per i successivi due mesi.
Cosa rappresenta Chiamamifaro e cosa c’è dietro questo nome?
Angelica: Chiamamifaro rappresenta tante cose. Innanzitutto un’amicizia ma anche l’unione di due universi ben distinti quali siamo io e Alessandro. Per quanto riguarda il nome, diciamo che la musica ha sempre avuto la funzione di un faro nella nostra vita, evitava che andassimo a schiantarci e ci ha sempre guidato verso la parte giusta. In più, a me piacciono terribilmente i nomi maschili sulle ragazze, dunque l’idea di farmi chiamare Faro mi allettava parecchio. A casa mi chiamano Gigi, giusto per intenderci.
Come vi siete conosciuti e soprattutto qual è stata la scintilla che ha fatto nascere la vostra collaborazione?
Alessandro: Ci siamo conosciuti tra i corridoi del liceo. Le avevo tenuto la porta della terrazza aperta e abbiamo iniziato a parlare. Mi aveva detto che somigliavo a Bob Dylan che all’epoca aveva appena vinto il nobel quindi avevo gradito. Poi ho scoperto che cantava e abbiamo iniziato a vederci per suonare, ma sporadicamente. Un annetto fa, però, stavo suonando un giro di accordi che avevo in testa da tempo e lei ha cantato subito una melodia che mi ha illuminato. Lì c’è stata la scintilla.
Togliamoci subito il pensiero. Angelica, sappiamo che sei in grado di dimostrare te stessa senza l’aiuto di nessuno. Ma con due genitori tanto importanti per il giornalismo italiano (Giorgio Gori e Cristina Parodi) da dove nasce il tuo amore per la musica e la voglia di perseguire questa carriera?
Angelica: Credo che ciò che abbia fatto nascere l’amore per la musica in me siano state le tante serate che da piccola ho passato ad ascoltare qualcuno che suonava una chitarra dopo cena. Mi è sempre piaciuta da impazzire l’atmosfera che si creava, l’idea di far cantare la gente e mettere tutti di buonumore. Dunque ho cominciato a strimpellare la chitarra, quattro o cinque anni fa più o meno. Poco dopo è nato anche l’istinto di scrivere qualcosa di mio e da lì non ho più smesso.
Bene, torniamo al progetto musicale di Chiamamifaro. È appena uscito il vostro primo singolo, “Pasta Rossa”, una canzone orecchiabile e allo stesso tempo profonda. Insomma un bel lavoro per due giovanissimi come voi. Vien da chiederselo: è una canzone autobiografica?
Angelica: Sicuramente un sentimento autobiografico nella canzone c’è. Ho quasi diciannove anni, l’età in cui le storie d’amore si vivono tuffandosi di testa e qualche volta ci si fa anche male. Tuttavia, l’idea di due persone che si rincontrano per strada – alla base della canzone – è stata più frutto di un cinema mentale che non di esperienza personale. Dunque, come spesso mi piace fare, ho visualizzato i due protagonisti della canzone come protagonisti di un film.
La direzione artistica di “Pasta Rossa” porta la firma di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. Cosa ha significato per voi questa collaborazione e cosa ha portato nel singolo di fondamentale?
Alessandro: Riccardo Zanotti era per noi un riferimento musicale prima ancora che lo conoscessimo ed è stato, in parte, grazie ai suoi testi che abbiamo deciso di provare a scrivere canzoni in italiano, mentre Angelica prima prediligeva l’inglese. Per noi è stato motivo di forte orgoglio quando ci ha proposto di collaborare e abbiamo capito che sarebbe stata un’esperienza dalla quale avremmo potuto imparare tanto, ed ogni giorno in studio è qualcosa di nuovo. Su “Pasta Rossa” ha dato il maggior contributo nell’arrangiamento e nella produzione, ma insieme a lui avevamo anche rivisto la struttura della canzone.
In Italia sono davvero ancora poche le cantanti indie donne. Pensiate che finalmente sia arrivato il momento per tutte di abbracciare le proprie ambizioni?
Angelica: In Italia sono poche le cantanti e le cantautrici che fanno questo genere, è molto vero. Ma questo non significa che debba rimanere così, io non faccio che vederla come sfida personale. Spero di poter essere una donna in più rispetto a quelle che già lo fanno e spero che col tempo saremo sempre di più.
A questo proposito, chi sono stati gli artisti che vi hanno influenzato e accompagnato lungo la decisione di voler fare musica?
Alessandro: I nostri gusti erano piuttosto differenti inizialmente, a me piaceva il pop con contaminazioni blues e jazz come gli Steely Dan e John Mayer mentre Angelica era appassionata di brit rock. Col tempo ci siamo avvicinati, ascoltiamo molta più musica italiana contemporanea e abbiamo un amore comune per Maggie Rogers.
Cosa c’è dopo “Pasta Rossa”? Un album?
Angelica: Dopo “Pasta Rossa” uscirà un altro singolo all’inizio dell’autunno. Non vogliamo anticipare nulla ma siamo molto impazienti di farlo ascoltare. Il disco invece, a cui stiamo già lavorando parecchio, è previsto per l’inizio del 2021.
Grazie Chiamamifaro, Angelica e Alessandro, per essere stati con noi. Vogliamo lasciarci queste ultime righe per dare sfogo alla vostra fantasia e salutare come meglio vorrete i lettori di Music.it. Grazie e buona fortuna!
Lettori di Music.it, se siete arrivati in fondo a questa intervista non possiamo che ringraziarvi. Ma se dopo averci letto ascolterete persino le nostre canzoni, beh, non solo vi ringrazieremo ma vi vorremo pure bene!