Ciao Dale, benvenuta su Music.it! Iniziamo questa intervista raccontando un aneddoto divertente sulla tua vita o sulla tua carriera. Siamo tutti curiosi!
Ok! Direi che la barzelletta più grande della mia vita è che la maggior parte delle persone non sa dire il mio nome. Tutti, davanti a nomi come Kate e Dave, non hanno alcun dubbio su come pronunciarli dicendo subito “keit, deiv”, il mio nome invece, lo pronunciano direttamente da-le quando sarebbe semplicissimo dire “deil” come per i nomi precedenti. Chissà se quest’intervista chiarirà le cose una volta per tutte… Music.it diffondete il verbo!
È da poco uscito il tuo terzo inedito, “Yes, I Will”. Parlami di questo lavoro!
“Yes, I Will” è una canzone che si è fatta attendere, il percorso creativo di questo progetto mi è servito a realizzare che stavo andando nella direzione sbagliata. Per correggere il tiro e comprendere i miei nuovi obiettivi. Questo brano si è trasformato per me in una tappa obbligatoria terapeutica e mi aiuterà per i lavori futuri. In ogni caso “Yes, I Will” è un brano che ha spiazzato positivamente i miei followers e la cosa mi ha reso felice. Ho sperimentato nuove cose, lavorato con persone nuove, il brano mi rispecchia e spero possa essere apprezzato da molti che ancora non mi conoscono.
Yes, I Will” arriva dopo 10 anni di esibizioni con il “The Fame Monster – Lady Gaga Tribute”. Come sei cambiata da allora?
Tantissimo, ringrazio questo progetto per permettermi di esibirmi su palchi importantissimi, sia in Italia che all’estero. Non esiste migliore scuola per un cantante (o performer, come mi piace definirmi) del palco. Ho iniziato quest’avventura piena di carica per le nuove opportunità che mi stava offrendo, continuando a vestire in scena i panni di qualcun altro. Adesso sto fremendo allo stesso modo per poter portare in scena qualcosa di mio tra inediti e cover riarrangiate. Ho il forte bisogno di far vedere chi è Dale sul palco!
Sei una giovane cantautrice pop, come mai hai scelto questo genere?
Mi piace pensare che in realtà è il Pop ad aver scelto me! Scherzi a parte, Pop sta per Popular quindi per la gente. Il mio primo intento con le canzoni è proprio quello di comunicare e di voler arrivare alle persone. Emozioni ed esperienze nei miei testi potrebbero tranquillamente essere ricontestualizzate in vite altrui offrendo uno spunto di riflessione, del conforto o nuove prospettive. Ho ricevuto tantissimi messaggi di persone che si riconoscevano nelle mie parole ed è bellissimo. Sentirsi dire “nel tuo brano stai raccontando la mia storia” è un’emozione fortissima e gratificante, per questo faccio musica pop: per raggiungere in maniera orecchiabile quante più vite e storie possibili.
Quando scrivi le tue canzoni, cosa vuoi raccontare ai tuoi ascoltatori? Riporti esperienze autobiografiche?
Solitamente comincio a scrivere dopo un’esperienza (sia positiva che negativa) che mi ha smosso qualcosa. Butto letteralmente giù tutte le parole e i concetti che mi vengono in mente; è una specie di via di mezzo tra un brainstorming e una confessione mentre mugugno un motivetto che possa legare queste frasi. Scrivo su fogli, tovaglioli, scontrini, quadernetti. Dopo questo passaggio, avviene la stesura più ponderata e lì, decido se parlare di un fatto realmente accaduto, che vorrei accadesse, un desiderio, un augurio o una storia totalmente immaginaria. Ovviamente tutto viene riportato attraverso il mio filtro quindi potremmo definirle tutte autobiografiche. Una volta ho visto un documentario dove Sting spiegava un concetto simile per il suo metodo di scrittura, devo ammettere che lo spiegava molto meglio!
Dale, tu hai origini anche canadesi, oltre che italiane. Hai mai pensato di andare in America a svi- luppare la tua carriera? Pensi possa offrire più possibilità rispetto all’Italia?
Ogni tanto penso a come la mia doppia cittadinanza possa essermi utile in questo lavoro, ma non ho ancora agito di conseguenza. Ho certamente preso in considerazione gli States (“Yes, I Will” è il mio primo brano prodotto tra Italia e America) e purtroppo non credo che l’Italia sia il paese che possa offrirmi le migliori possibilità. L’Italia secondo me offre ottime possibilità, ma per tutt’altro genere musicale e davvero poche per chi vuole cantare in inglese come me. Ho ricevuto molte proposte per cantare in italiano e cambiare genere ma attualmente ho rifiutato. Confesserò che mi sto guardando intorno, ci sono posti non troppo lontani che possono offrire più di quanto si creda.
La nostra intervista termina qui, le ultime righe le lascio a te. Saluta i nostri lettori a piacimento! Ciao!
Cari lettori, se anche voi come Dale avete nostalgia del pop anni 2000, di quando Britney Spears e Christina Aguilera la facevano da padrone, di quando ogni video musicale aveva una coreografia, dei ritornelli che erano davvero dei ritornelli, sappiate che non siete soli e che io sono una di voi!