Davide Gammon presenta “(S)fashion”, il suo nuovo Ep in uscita il 22 ottobre. “(S)fashion” racchiude al suo interno diverse esperienze sonore abilmente mescolate. Partendo dal rock alternativo degli anni ’90, Davide Gammon inserisce all’interno del disco un po’ del moderno cantautorato elettronico, senza rinunciare a una buona vena pop d’autore.
Appare subito evidente la grande eleganza compositiva di questo Ep. Anche le “incursioni” più elettroniche sono inserite con coscienza e intelligenza. Davide Gammon non usa l’elettronica perché di moda, ma la usa perché prevista nel suo progettare i brani.
“(S)fashion”, un sound moderno e intelligente
Sicuramente il punto di forza del disco è il sound. In questi appena quattro brani emerge un suono potente e avvolgente che mescola bene elettronica e sonorità “naturali”. Molto interessanti questa scelta sonora che, grazie a un mixaggio perfetto, riesce a valorizzare tutti i dettagli alla perfezione.
La cosa interessante di “(S)fashion” è che riesce a mantenere il tiro rock senza sembrare forzato. Riesce a non rinunciare al pop ma senza ammiccare alla massa. Essenzialmente “(S)fashion” è un qualcosa coerente con il pensiero di Davide Gammon e con quello che era il suo obiettivo sonoro sin dall’inizio.
Davide Gammon, un artista “modernamente vintage”
Questo si potrebbe definire un disco modernamente vintage, dove il rock fa da collante per tutti gli altri escamotage sonori più moderni. Poi c’è da dire che la grande cura riposta negli arrangiamenti riesce a dare davvero quel qualcosa in più al disco.
Una cosa che sembra non andare in “(S)fashion” è questo doppio registro vocale che forse non è troppo efficace. Se rende molto bene la parte vocale più classica, sembra un po’ più forzato il tentativo di narrare i testi portandoli (quasi) al limite del rap.
“(S)fashion” è un disco che si ascolta bene e Davide Gammon si dimostra un artista elegante e capace di scrivere grandi arrangiamenti. Il disco suona molto bene ed è proprio il sound il vero punto di forza di questa produzione.
In un periodo di dischi un po’ qualunque, questo si rivela un lavoro di carattere, che regala all’ascoltatore parecchie buone idee e diversi spunti interessanti.