Emanuele De Francesco, classe 1971, si presenta, potremmo dire, come un appassionato studioso della tradizione artistica italiana. Che sia musica o letteratura, negli anni è stato in grado di costruire un suo stile personale senza mai dimenticare quelle radici che sono effettivamente la sua coscienza artistica. Come già ha dimostrato col suo esordio musicale “In Quieta Mente”, il confronto con i colossi del cantautorato italiano non è mai stato fonte di timore. Né questo gli ha tolto completamente quel velo di umiltà che è necessario per fondare un proprio stile duraturo nel tempo.
“Lettere Al Neon”, in uscita il 24 maggio per Sciopero Records e Distribuzione Self, ripercorre quelle che sono sempre state le sue linee stilistiche. Il suo infatti è un approccio con la musica che non si accontenta di prendere semplici spunti. Ma uno sguardo ad ampio spettro gli permette di ritagliarsi un posto ben riconoscibile tra le più o meno recenti proposte del cantautorato del nostro paese. È evidente la preparazione con cui Emanuele De Francesco si distingue, ricordando anche quel volume di poesie composto nel 2004, o la pubblicazione del primo brano di musica classica nel 2015.
“Lettere Al Neon” testimonia lo stile di Emanuele De Francesco in grado di ritagliarsi un posto tra le proposte del cantautorato nostrano.
“Lettere Al Neon” infatti testimonia ancora una volta la capacità di scrittura di De Francesco, e il suo gusto musicale che guarda ai nostri grandi cantautori, Franco Battiato su tutti. Con lui condivide un timbro vocale che non contempla l’istrionismo, ma che, nella maniera più pura possibile, veicola il testo della canzone. Ma il grande merito di “Lettere Al Neon” è il gusto con il quale Emanuele De Francesco riesce ad unire la nostra tradizione con i grandi nomi del cantautorato d’oltreoceano. Non sarà difficile riconoscere nelle otto tracce dell’album una certa matrice di questo tipo. Neil Young, Tom Petty, ma anche Bruce Springsteen, sono sicuramente gli altri maestri a cui guardare.
Così “Lettere Al Neon” fa un passo avanti. Quando Emanuele De Francesco decide di arricchire le cifre stilistiche già rodate in “In Quieta Mente”, con soluzioni elettroniche perfettamente calibrate. Se “Vivo”, la traccia di apertura ci introduce nelle atmosfere tipiche della nostra tradizione, “Semplice Passeggero”ci avvisa che qualcosa è cambiato. Con “In Silenzio” invece, Emanuele De Francesco torna alla scrittura. Questa è una storia d’amore lirica, dove il romanticismo fugge da qualsiasi banalità e non si concede a soluzioni semplici. Con “Televisione” affiora l’impegno sociale, tramite la denuncia della superficialità, della mancanza di senso critico dell’Italia contemporanea.
Il grande merito di “Lettere Al Neon” è quello di unire la nostra tradizione con i grandi nomi del cantautorato d’oltreoceano.
“Lettere Al Neon” è un album composito ed eterogeneo, che vive di rimandi e suggestioni poetiche in grado di descrivere al meglio i propri intenti. Non a caso infatti Emanuele De Francesco ha scelto questo particolare elemento chimico. Il neon evoca immagini suggestive, riporta alla mente ricordi lontani. È in grado di affascinare chi lo guarda, e contemporaneamente lo isola per la sua natura estraniante e quasi aliena. Allo stesso modo, le canzoni di “Lettere Al Neon” rappresentano l’approccio che Emanuele De Francesco ha nei confronti di questa realtà superficiale. Un album per ritrovare la propria identità e il proprio senso critico attraverso il racconto poetico e la musica d’autore.