ENNIO MORRICONE, parla dei flashmob: "ci vorrebbe più rispetto"
Il Maestro Ennio Morricone durante il "The 60 Years of Music Tour" – Polonia, 26 febbraio 2016.
Il Maestro Ennio Morricone durante il "The 60 Years of Music Tour" – Polonia, 26 febbraio 2016.

ENNIO MORRICONE parla dei flashmob: “Ci vorrebbe più rispetto”

Il maestro Ennio Morricone dice la sua sui flashmob che in questi giorni stanno animando i balconi di tutta Italia.

Le parole di Ennio Morricone

«Sono chiuso a casa con mia moglie Maria e penso che questo isolamento necessario stabilito dal Governo sarà sufficiente ad arginare il male che in qualche maniera ci circonda. Non compongo e non ascolto musica, non è questo il momento. Ho paura, come tutti. Nei giorni scorsi, mia moglie ed io siamo stati molto preoccupati per uno dei miei figli che non è stato bene, ma adesso sta meglio e ne siamo sollevati. Per il resto, però, siamo certamente preoccupati per quello che sta accadendo. Io lo sono molto. Non sappiamo questa situazione dove ci porterà. A me questo fatto che molti cantino dai balconi o tra di loro e che sventolino le bandiere, da un lato fa simpatia, dall’altro lo ritengo inopportuno. Certo, un po’ di leggerezza può aiutare, non c’è alcun dubbio, ma in questi giorni c’è stata una percentuale molto alta di morti e ci vorrebbe più rispetto. Mi chiedo cosa pensino tutte quelle persone in quei momenti: secondo me pensano solo a loro stesse»

Sono state molte le iniziative che in questi giorni così duri hanno cercato di portare un momento di distrazione nella vita dei milioni di italiani costretti a casa. Alcuni simpatici, alcuni divertenti, altri commoventi ma noi crediamo che nessuno di questi sia mai stato irrispettoso. Sono stati molti gli artisti e le personalità del nostro paese che hanno sostenuto e sostengono questi flashmob.

Dirette sui social e raccolte fondi, l’arte contro il Coronavirus

Fedez e Chiara Ferragni, ad esempio, si sono esposti su questo tema e non solo, come vi abbiamo già raccontato, i due hanno fatto partire una raccolta da record destinata al nuovo reparto di terapia intensiva del San Raffaele di Milano. Sempre dal loro balcone la coppia ha esortato le persone a non uscire di casa.

Molti altri artisti hanno supportato la causa regalando ai propri fan live casalinghi tramite le dirette sui canali social. Tra questi ricordiamo Jovanotti, Emma, Alessandra Amoroso, Nek, Alex Britti e moltissimi altri. In un momento come questo noi crediamo che le persone abbiano anche bisogno di staccare la spina dai problemi, anche solo per 15 minuti.

Questo vuol dire che il problema cessi di esistere?

Certamente no, il problema è tangibile e crediamo che tutti stiano facendo la propria parte nel migliore dei modi. E allora perché privare le persone anche di quell’ultimo piccolo piacere che può essere la musica?

La preoccupazione è molta e lo stress è alle stelle, ma non per questo dobbiamo rinunciare a quei pochi momenti di felicità che possiamo “rubare” a questa emergenza. Questa felicità proviene dal cantare a squarciagola da un balcone? E allora ben vengano dieci, cento e un milione di balconi in tutta Italia e in tutto il mondo.

Cantare o suonare da un balcone non sarà una rivoluzione come trovare un vaccino per questo virus, ma per molti è un piccolo spiraglio di luce in questo momento così buio. Per molti il balcone è simbolo di speranza e la musica è il modo universale per esprimere questa speranza e questa voglia di resistere.

E come disse qualcuno: «La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori».