Benvenuti FanKaz! Siete in attività dal 2003. In questi anni avrete di certo collezionato momenti memorabili, ma voglio chiedervene uno in particolare: l’aneddoto più curioso e stravagante legato alla vostra esperienza musicale!
Ehi, ciao. È un vero piacere essere qui! Siamo attivi da veramente tanti anni, saranno 15 nel 2018. Di aneddoti ce ne sono tantissimi e la maggior parte riguardano le volte che siamo stati in tour o in giro per suonare. Da ricordare assolutamente quello nel 2010. Eravamo a Campo Tures in Trentino per un evento organizzato dai ragazzi del LOOP (un centro giovani). Live stupendo, serata davvero spettacolare. A fine serata siamo usciti con i ragazzi del posto e abbiamo perso totalmente di vista Lello (chitarra). A fine serata abbiamo deciso di tornare in albergo e ci siamo accorti che Lello era scomparso completamente. Alle quattro della mattina ce lo siamo ritrovati sotto l’albergo che non sapeva come entrare. Ha fatto scattare l’allarme e sono arrivati i carabinieri. Un gran casino. Inutile dire che abbiamo riso tantissimo. Ancora lo prendiamo per il culo per sta cosa.
Il vostro genere è hardcore punk melodico. Quali sono i grandi nomi che vi hanno ispirato e invogliato a creare musica? Per quanto riguarda la musica contemporanea chi pensate valga la pena seguire?
Il gruppo che ci ha maggiormente influenzato sono stati i Belvedere. Aver potuto condividere il palco con loro nel 2013 nel loro tour di reunion. È stata una delle date da conservare nel cuore. Poi tutta la scena punk californiana e non, dai No Use for a Name, Strung Out, Propagandhi, ecc.
Per quanto riguarda i gruppi attuali ci sentiamo assolutamente di segnalare tra le band straniere i Counterparts e tra le band italiane tanta della roba DAMN CITY, My Dinosaur Life, 7Years, LineOut e tantissimi altri.
“Seities” è il vostro ultimo lavoro in studio, un album nel quale avete incanalato aggressività e tecnica. Cosa vi ha portato nel voler esternare queste emozioni sotto forma di musica?
Con il precedente lavoro “Burning leaves of empty fawns” abbiamo messo davvero tanta carne al fuoco, abbiamo sperimentato molto, giocato con le strutture e i suoni, con i tempi. Insomma ci siamo sbizzarriti parecchio per quelli che sono i nostri standard. Stavolta volevamo essere più diretti, sentivamo il bisogno di non girarci troppo intorno e il disco ha preso una strada molto più hardcore rispetto ai nostri precedenti lavori. I tempi cambiano e in quel periodo di scrittura dei testi di “Seities” ce ne sono capitate di tutti i colori. Quindi c’era parecchia rabbia da buttare fuori. I testi di questo album sono decisamente cupi.
Nella vostra carriera avete avuto la possibilità di presidiare oltre 200 live, anche internazionali. Come è stato per voi suonare all’estero? C’è un palco al quale vi siete particolarmente affezionati?
I tour all’estero sono stati in un certo senso la nostra salvezza. Suonare in Italia per noi è sempre stato molto difficile, quindi ogni volta che c’è stata la possibilità di uscire dai nostri confini l’abbiamo sempre presa al volo. Suonare all’estero è stupendo. Si conoscono nuovi amici, nuovi modi di vivere la musica, ed è una continua scoperta. Ci siamo innamorati nella maniera più assoluta della Slovacchia e della sua gente. Locali come se piovesse, persone fantastiche disposte a tutto per farti suonare e soprattutto sanno come trattare con le band. Per noi è uno di quei posti in cui tornare.
Avete notato differenze sostanziali tra il mondo musicale underground estero e quello italiano? Quali speranze, in termini musicali, nutrite per il futuro del nostro paese?
Le differenze sostanziali riguardano la disponibilità dei posti in cui suonare. Per quella che è la nostra esperienza in Italia stanno calando ad una velocità impressionante, come se la clientela che prima seguiva la musica dal vivo, fosse scomparsa quasi del tutto. In Italia abbiamo perso interesse verso gli eventi live. Per fortuna esistono ancora realtà dove ci sono persone che riescono a far funzionare le cose e quindi è a loro che bisogna dare la massima attenzione. Vicino a noi viene solo da pensare ai ragazzi di Nuke Crew. Quindi la speranza è che queste realtà continuino a prosperare.
Tre album sulle spalle non sono pochi. In questi anni di lavoro cosa è cambiato in voi? Siete mai dovuti scendere a compromessi per esigenze discografiche o simili?
È cambiato sicuramente il nostro approccio alla scrittura e il nostro modo di vedere la musica. Che piaccia o meno, per chi ha una band, i compromessi sono all’ordine del giorno, e chiunque dica il contrario non è molto sincero. Una band è composta da persone normali, che vivono e lavorano come tutti, ma aggiungono la passione per qualcosa che è difficile da spiegare a parole e quindi bisogna fare dei sacrifici. Noi per nostra fortuna, nonostante i quasi 15 anni insieme, siamo sempre gli stessi e non abbiamo nessuna intenzione di smettere. Ora poi abbiamo molta più esperienza sulle varie fasi discografiche, tanto che Ricky ha aperto la sua etichetta TOO LOUD Records. Quindi diciamo che almeno per ora, per quanto riguarda questo ramo, siamo decisamente contenti.
Che progetti avete per il futuro? Sentiremo presto parlare di un nuovo disco?
I progetti più imminenti riguardano la promozione di “Seities”, che è un album in cui crediamo molto e che vogliamo assolutamente portare in giro il più possibile. Poi penseremo al nuovo materiale. Come abbiamo detto prima, nessuno ha voglia di smettere, quindi si vedrà. Per il momento vogliamo solo suonare il nostro “Seities” ovunque sia possibile.
Ringrazio i FanKaz per essere stati con noi oggi! Se volete aggiungere qualcosa, i lettori saranno sicuramente felici di leggere!
È stato un vero piacere anche per noi! Vogliamo ringraziarvi tantissimo per questo spazio e il tempo dedicato. Continuate a seguirci sempre carichi, sempre positivi, su tutte le nostre pagine social. E soprattutto supportate le band, andate ai live, comprate merch o dischi. Fatelo perché ne vale davvero la pena! A presto on stage!