Salutiamo Francesca Gatti. Benvenuta su Music.it! Sciogliamo il ghiaccio. Raccontaci un episodio della tua vita artistica che sia secondo te emblematico per descrivere la persona che sei.
L’episodio che penso sia il più emblematico finora è l’esperienza vissuta al festival di Limatola, lo scorso luglio 2017, in particolare la mia esibizione alla serata del festival. Mi sono presentata cercando di mostrare l’eleganza e la semplicità che credo mi appartengano e, allo stesso modo, ho cercato di trasmetterle durante la mia esibizione. Inoltre sono riuscita a mantenere la calma nonostante ci fosse stato un problema iniziale con la musica. Di questo vado molto fiera, perché non sempre è semplice controllare la tensione e l’emozione durante un’esibizione, sia che sia la prima o la milionesima.
Quanto ti ritrovi nelle parole di “Cercasi l’amore”?
Tantissimo. “Cercasi l’amore” è un brano che l’autore Dino Scordino ha scritto dopo che gli ho raccontato di me, della mia vita e delle mie esperienza passate. Per cui appena ho letto questo brano la mia reazione è stata : “No, vabbè, possiamo intitolarlo Francesca Gatti song”. L’ho sentito mio fin da subito.
Cosa ti ha lasciato l’esperienza di Casa Sanremo Tour ?
Tanta voglia di dare me stessa. Son passata alle semifinali e questo mi rende molto contenta, ma soprattutto mi invoglia a essere determinata e a dare il massimo ogni volta. Non vedo l’ora di potermi esibire di nuovo su quel palco!
Secondo te in cosa si distingue una cantante da una semplice esecutrice ?
L’interpretazione e le emozioni che si riescono a trasmettere. Eseguire un brano può risultare semplice, e con un po’ di impegno anche il più stonato del mondo può migliorare e alla fine riuscire a cantare una canzone. Ma cantare nel vero senso della parola è molto di più, ed essere intonati non basta. Non basta se vuoi puntare a fare la cantante. Per me significa soprattutto interpretare un brano in modo che la gente possa emozionarsi, soffermarsi sulle parole, ripescare nei propri ricordi o soffermarsi su altri. Tutto questo solo ascoltando una voce. Questo è ciò che per me significa cantare, ed è ciò a cui punto.
Chi pensi abbia maggiormente contribuito a far nascere la tua passione per il canto? Chi l’ha alimentata nel tempo?
Senza alcun dubbio la persona a cui sono e sarò per sempre grata è la mia insegnante
di canto, Chiara Brunetti. Ha sempre creduto in me, fin dall’inizio, persino quando non ero convinta di ciò che ero o delle mie capacità. Lei mi ha sempre dato fiducia e non ha mai smesso di supportarmi e sostenermi. È lei che mi ha insegnato la differenza fra cantante e esecutrice, che mi ha aperto il mondo dell’interpretazione e mi ha inculcato gli ideali giusti per intraprendere questo percorso.
Quanto tempo pensi dovremo aspettare prima che da cantante Francesca Gatti diventi anche un’autrice?
Un tempo indefinito. Ammetto che mi piacerebbe molto riuscire a scrivere un brano, ma sono convinta che un brano nasca soprattutto dalla spontaneità di una persona, dalle emozioni o dai pensieri di un particolare momento. Non avrebbe senso mettersi lì e dire “okay, ora scrivo un brano”. Uscirebbe qualcosa di costruito e poco spontaneo. Aspetto quindi che quel momento arrivi da sé, senza cercarlo o mettermi fretta.
Quale sarà la tua prossima tappa? Obiettivi in vista? Sogni nel cassetto?
La prossima tappa sarà la semifinale di Casa Sanremo Tour, durante la quale porterò nuovamente il brano “Cercasi l’amore” e mi esibirò dal vivo per poter accedere alla finale che si terrà in concomitanza del Festival di Sanremo. Gli obiettivi in vista sono realizzare alcuni video cover, programmare serate ed esibirmi dal vivo e, nel mentre, lavorare al prossimo inedito.
Il mio sogno nel cassetto è quello di fare del canto il mio lavoro, esibirmi dal vivo, cantare e riuscire ad arrivare al cuore di più persone possibile. Vorrei che la gente ascoltandomi possa lasciarsi andare alle emozioni.
Che consiglio daresti ai giovani emergenti come te?
Un consiglio che mi sento di dare è quello di rimanere se stessi sempre, mostrarsi fin da subito per la persona che si è, senza crearsi una maschera, perché a lungo andare può risultare stretta e difficile da mantenere. È più semplice mostrarsi per quello che si è, anche perché penso sia più appagante e motivo di orgoglio per se stessi.