Non le mandano certo a dire, i lombardi Kuadra, nel loro ultimo lavoro “Cosa ti è successo”. Uscito il 7 Ottobre per Maninalto Records, la band di Vigevano canta e suona duro il rock all’elettrone di questa nostra epoca storpia. Sassate di versi che commentano il reale quotidiano, denunciano la difficoltà e la miseria di chiunque cammina come un funambolo tra il cielo e lo sfacelo. Versi che negli 11 pezzi di “Cosa ti è successo” trovano l’incastro della matrice rap nella cupa violenza di suoni sintetici, pesanti e ultramoderni. Tutt’altro che scontati, tutt’altro che banali.
L’hard rock che tendeva al nu metal di “Non avrai altro dio all’infuori di me” – 2016 – è qui “lasciato” alla funzione di colonna portante, sottile ma solida. Infatti, “Cosa ti è successo” è custode d’un ampio spazio di sperimentazione sonora, che vede nell’impiego dei mezzi elettronici e nell’eclettica ritmica incalzante, la formula vincente che fa di “Cosa ti è successo” un disco originale.
Sassate di versi che commentano il reale quotidiano, denunciano la difficoltà e la miseria di chiunque cammina come un funambolo tra il cielo e lo sfacelo
Non è facile, si sa, non essere ripetitivi o addirittura originali. I Kuadra ci riescono. In barba alle opinioni degli opinionisti, alle mille voci che arrivano, illusorie, da ogni dove della terra, a chi, come si suol dire, “apre la bocca per darci fiato”, i Kuadra sono autentici. E nel disco, una certa ostinata fierezza si sente, è percepibile ed è deliziosa.
L’impiego dei mezzi elettronici e l’andamento d’un’eclettica ritmica incalzante, fanno di “Cosa ti è successo” un disco originale
Da subito, la massiccia potenza sonora, energica e sferzante arriva dritta come una proiettile. E certamente, i Kuadra hanno un talento notevole nel prendere la mira. Perché affinché l’intimità dei pensieri diventi materia dell’arte, c’è bisogno di un lavoro che miri, appunto, alla scoperta della giusta forma. A lungo ho pensato che la sostanza dovesse venire prima della forma. Ma non ci credo più: la sostanza, pensata a priori senza forma resta a fecondare o a marcire dentro la sua stessa natura. E ascoltando i lavori dei Kuadra e l’evoluzione del loro percorso, suppongo che il loro fare musica sia mosso da un sincero spirito critico. Per questo li apprezzo e non posso che lodarne i risultati. Bravi!