Diamo il benvenuto ai Game Zero su Music.it. Abbiamo con noi Mark Wright, frontman della band. Visto che non ci piace essere troppo convenzionali, raccontaci un aneddoto curioso che vi riguarda.
Ciao a voi e grazie per esservi interessati alla nostra band. È sempre un onore e un piacere avere la possibilità di rilasciare interviste a realtà interessanti come la vostra. Per venire alla tua domanda, di aneddoti curiosi ne avremmo veramente molti quindi è difficile scegliere. Ho notato che il songwriting è sempre un argomento che suscita molte curiosità. In questo aspetto siamo meticolosi fino a sfiorare l’ossessivo. Ti basti pensare che sul nostro album “Rise” ci sono brani dei quali abbiamo composto decine di versioni. Di “Escape”, brano di chiusura dell’album, esistono trentotto versioni diverse. Magari un giorno ci divertiremo a pubblicarle tutte.
Come si sono formati i Game Zero e l’attuale line-up?
I Game Zero nascono dall’incontro tra me e Alexincubus circa cinque anni fa. Successivamente si è unito Dave alla batteria, grazie al fatto che aveva già suonato insieme ad Alex in un altro progetto. Per i primi tre anni di attività, inoltre, ha fatto parte dalla formazione anche Domino, che conoscevo da molto tempo prima che nascessero i Game Zero. Sono sue le parti di basso in “Rise”. Successivamente alla nostra sortita in Russia di supporto agli Equilibrium, Domino ha deciso di abbandonarci per motivi personali. Abbiamo rispettato la sua decisione e abbiamo ingaggiato Acey Guns, il quale, nonostante fosse impegnato anche con un altro progetto parallelo, ha accettato con slancio l’idea di far parte della band. E così nasce l’attuale line up di cui siamo davvero soddisfatti. Ci troviamo a meraviglia, sia come musicisti sia a livello personale.
Avevate già singolarmente dei pezzi pronti quando vi siete formati, o avete iniziato tutto da zero?
Quando io e Alex ci siamo incontrati non avevamo ancora nessun pezzo pronto. Però abbiamo iniziato a scrivere e comporre con rapidità impressionante. Già dopo due mesi avevamo abbozzato le prime rudimentali versioni dei tre brani che sarebbero stati inseriti in “Rise”, cioè “Lions And Lambs”, “Look At You” e la title track “Time Is Broken – Rise”. L’affinità compositiva è stata evidente da subito.
Come nasce il nome della band e di chi è stata l’idea?
Non è stato un processo semplice, né breve. Ci abbiamo pensato parecchio. Da subito ci siamo trovati nell’idea di inserire il concetto di gioco all’interno del nome, ma nessuna soluzione ci convinceva appieno. Poi, in modo del tutto casuale, siamo venuti a conoscenza di un gioco d’azzardo che si chiama Zero Game, più conosciuto come Zero Spiel in tedesco. Ci ha colpito essendo un gioco alla roulette in cui vince chi si avvicina di più allo zero. Questo aspetto ci ha incuriositi, perché sembra voglia in qualche modo sovvertire le regole. Così è nato il nome Game Zero che ci è piaciuto da subito anche come suono, aspetto che ha la sua importanza. Non saprei dirti di chi sia stata l’idea finale. È stata una decisione collettiva.
Vi definireste semplicemente una band hard rock/metal o nel sound dei Game Zero c’è qualcosa in più?
Questa non è una domanda facile a cui rispondere. Credo che la maggior parte delle band desideri essere qualcosa di più di una mera collocazione in una categoria. A me personalmente vanno da sempre molto strette le definizioni in generale. Mi danno l’impressione di muovermi dentro uno schema che limita il processo creativo. Al di là di questa opinione personale, siamo senza dubbio una band rock/metal. Quello che speriamo è che la gente individui nel nostro sound qualcosa di inconfondibile e caratterizzante. Noi questo elemento lo sentiamo e ne siamo molto orgogliosi. C’è da dire, però, che potremmo risultare appena di parte…
“The City With No Ends”, del vostro primo album “Rise”, è inserita nella colonna sonora del film di animazione “East End” di Guseppe Squillaci e Luca Scanferla. Come è avvenuto questo incontro con il cinema?
Io e Giuseppe Squillaci siamo amici da molti anni. Abbiamo scritto canzoni insieme in adolescenza. Questo ha spinto Giuseppe a coinvolgermi nel momento in cui si è trovato a ritenere interessante inserire nel suo “East End” musiche hard rock. In effetti, insieme a Alessandro Cagnizzi e Georges Pascal Marchese, altri due musicisti eccezionali, abbiamo curato l’intera colonna sonora del film. È stato un lavoro estenuante ma incredibilmente soddisfacente, una delle esperienze più intense della mia vita. In quel periodo lavoravo contemporaneamente al primo album dei Game Zero. Giuseppe Squillaci lo sapeva e, dopo aver ascoltato in anteprima alcune nostre composizioni, ha deciso di ingaggiarci per scrivere un brano per il film – la classica traccia di chiusura, quella dei titoli di coda. Così è stato e così è nata “The City With No Ends” che, ad oggi, rappresenta uno dei nostri manifesti più riusciti.
Siete impegnati nella stesura del vostro secondo album. A che punto siete, potete regalarci qualche anticipazione?
Siamo a dir poco elettrizzati! Il nostro secondo album è in dirittura d’arrivo. Siamo alla fase finale del missaggio e quello che esce è veramente di grande impatto. Non vediamo l’ora di ascoltarlo tutto quando sarà completo ed impacchettato. Posso anticiparti che il sound sarà più duro rispetto a quello d’esordio. Volevamo che le nuove canzoni avessero una sezione ritmica più compatta e potente. Inoltre, abbiamo continuato una grande ricerca sulla melodia, che resterà una delle nostre caratteristiche principali, non rinunciando alla forma Canzone, a cui siamo molto affezionati.
Per questo album è stata messa insieme una squadra di incredibile talento. Antonio Aronne e Enrico Scutti ci hanno aiutati a tirare fuori il 110% dalla nostra musica. Siamo talmente soddisfatti da credere che questa collaborazione non si fermerà. Per iscritto è difficile dire, ma dovrete aspettare ancora poco per sentire con le vostre orecchie.
Attualmente siete anche in tour o siete concentrati solo sul lavoro da studio?
Come è facile immaginare, siamo concentratissimi sul lavoro in studio. Però, come immaginerete, i live sono il pane di ogni musicista. I primi di marzo partiamo per un mini-tour nel Baltico. Il 5 e il 6 marzo a Kiev e Minsk saremo di supporto agli Amorphis, leggende dell’epic metal. Nei tre giorni successivi – 7, 8 e 9 marzo – arricchiremo quest’esperienza con altri concerti in Lettonia. Non vediamo l’ora, anche perché sarà l’occasione per cominciare a suonare dal vivo anche qualcuno dei brani del prossimo album e siamo davvero curiosi di conoscere la reazione del pubblico. Sulla nostra pagina Facebook e sul nostro sito si possono trovare tutte le info e i dettagli sulle date di questo mini-tour.
Game Zero è una band italiana, di base a Roma, ma l’appeal è molto internazionale. Avete un gran seguito all’estero?
Sì, abbiamo molto più seguito all’estero che in patria. Intendiamoci, i Game Zero nascono con l’intento di essere una band internazionale. La scelta di cantare in inglese ne è una testimonianza evidente, anche perché il rock e il metal nascono anglofoni. Però confesso che c’è un pizzico di malinconia nel constatare che in Italia non si possa avere accesso al grande pubblico se non seguendo schemi lontani anni luce dalla musica di cui tutti e quattro siamo innamorati. È un discorso complesso, che ha molte sfaccettature. Come band abbiamo semplicemente deciso di prenderne atto e di accettare di uscire dai confini della nostra amata Italia. Sono davvero incredibili l’entusiasmo, il calore e la dedizione che ci travolgono ogni volta che andiamo all’estero. Per cui va bene così. Magari un giorno cambierà, ma non ce ne facciamo una malattia.
Le nostre domande sono terminate. Dunque è tempo di saluti. Ringraziandovi per essere stati con noi, vi lascio l’ultimo spazio affinché chiudiate con ciò che volete. A presto!
Un grazie davvero di cuore alla redazione di Music.it per averci dato voce. Lo apprezziamo molto. I nostri fan sono tutto per noi. Sono la ragione per cui esistiamo e per cui scriviamo musica. Portare un momento di gioia, di riflessione, di romanticismo o magari di catarsi nei cuori delle persone, rappresenta il nostro obiettivo più ambizioso. Divertitevi, amate e ascoltate buona musica. Forse non rappresenterà la formula per la felicità, ma è senz’altro un buon inizio! Rock on!