GLI ARCHIMEDI: “Si può partire per un viaggio senza stabilire una meta”
Il trio de Gli Archimedi.
Il trio de Gli Archimedi.

GLI ARCHIMEDI: “Si può partire per un viaggio senza stabilire una meta”

Diamo il benvenuto sulla nostra piattaforma a Gli Archimedi. Ciao, cari inventori del suono! Entrando a gamba tesa per rompere il ghiaccio ed entrare in confidenza: raccontateci subito il segreto che vi ha sposati alla musica. Un aneddoto che non avete mai raccontato a nessuno!

Ciao, molto onorati! Non crediamo ci sia un segreto particolare che abbia fatto partire il nostro legame con la musica. È accaduto. Solitamente si dice che sono la famiglia o certi ambienti culturali a influenzare un bambino nella scelta di una strada particolare, come può essere per la musica. In parte è così, ma probabilmente ha a che fare con personali inclinazioni profonde. Per quanto ci riguarda ci siamo avvicinati fin da piccoli alla musica, ma ognuno di noi aveva in mente di fare altro nella vita. Pare che il contrabbassista volesse fare il prete, il violoncellista il regista e il violinista il giocatore di tennis!

Archimede era siracusano. Qual è stata invece la vostra culla di ricezione? Oltre lo studio che vi accomuna, quali sono stati i mattoncini del vostro personale DNA musicale?

Di certo influiscono gli ascolti che ognuno di noi ha fatto in passato e continua a fare. Il nostro DNA non è nient’altro che la nostra curiosità nei confronti di suoni e musiche appartenenti alle più svariate culture musicali. È impossibile ascoltare e assimilare ogni tipo di musica. La nostra attenzione può cadere su dettagli che suscitano in noi un grado di interesse emozionale. Alcune musiche ci colpiscono per la loro qualità sonora, come il duduk armeno. In quel caso cerchiamo di riprodurre quel suono attraverso il suono del violoncello. Altre invece hanno una melodia autenticamente ancestrale. E dal punto di vista dell’arrangiamento, andiamo a inventarci nuovi accompagnamenti. In quel caso non interveniamo sulla melodia, ma la lasciamo pura. Per i brani legati al mondo del jazz manouche o gipsy jazz, come ad esempio “Minor Swing”, cherchiamo di elaborare il suono rumoroso della cosiddetta pompe manouche durante le nostre improvvisazioni.

Vista la profondità di scavo che è il vostro album, che del passato restituisce la continuità, chi avete visto nel vostro riflesso contemporaneo? In sostanza, chi vi piace che circola oggi?

I musicisti in circolazione oggi sono molti, alcuni sono davvero molto interessanti per noi. Uno di questi è il Masada String Trio, anche se appartiene a un passato recente perché era attivo verso la fine degli anni ’90. Un altro è il Barokksolistene, un gruppo norvegese che si occupa anche di crossover oltre alla musica barocca. La cantante norvegese Susanna Wallumrød che ha fatto un bellissimo CD per la ECM di musiche di Henry Purcell, Leonard Cohen e Nick Drake. Sul versante world music ascoltiamo Anouar Brahem, Silk Road Ensamble capeggiati dal grande Yo-Yo Ma, Gilles Apap, Mark O’Connor. Ma ce ne sono ancora tanti. Tra gli italiani Musica Nuda, il duo composto da Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia, Stefano Bollani, Giovanni Sollima, Gabriele Mirabassi, e altri ancora.

Cosa significa “Forvojaĝi”? Si tratta di esperanto, non è vero?

Sì, esattamente. “Forvojaĝi”, il nome dell’album, significa “partire per un viaggio” in esperanto.

C’è forse racchiuso in questo titolo un muto messaggio destinato a chi avrà la fortuna di ascoltarvi?

Forse il messaggio potrebbe essere questo: si può partire per un viaggio senza necessariamente stabilire una meta e senza preoccuparsi troppo delle tappe intermedie. ”Basta che il viaggio funzioni!”, citando un film di Woody Allen.

So che suonate molto e siete impegnati ognuno in diversi progetti. Il tour è in continua evoluzione e di questo siamo felici. Potete darci qualche anticipazione su qualche data?

Oltre alle diverse date che abbiamo avuto quest’anno, ne abbiamo alcune in settembre e ottobre, e poi qualche data a dicembre, e a gennaio suoneremo a Torino. E poi si vedrà.

Qual è il futuro de Gli Archimedi?

Difficile a dirsi, sicuramente continueremo a fare quello che ci piace nonostante tutto.

Potendo scatenarvi nello scegliere d’inserire un valore aggiunto a quest’intervista: cosa aggiungereste? Stupitemi!

Aggiungeremmo una poesia di Tim Burton:

Il bambino Ostrica va in giro.
Per Halloween
il bambino Ostrica decise di travestirsi da umano.

https://youtu.be/yXHc7mnePIM