“Harlem Hipshake” è il nuovo, travolgente album di The Bongolian, progetto solista del polistrumentista Nasser Bouzida. Il sesto album di studio dell’artista inglese consolida definitivamente il sound ispirato ai grandi della scena latin soul newyorkese anni ’60 come Ray Barretto ed al charanga cubano in stile Mongo Santamaria. Le radici di “Harlem Hipshake” sono chiare, ma The Bongolian propone una rivisitazione fresca e moderna che lascia l’ascoltatore con una smorfia compiaciuta per tutto il disco. A differenza del disco precedente, “Moog Maximus”, in cui l’artista propone un connubio tutto nuovo tra latin soul e sintetizzatori urlanti, in “Harlem Hipshake” insieme alle percussioni ritorna ad essere co-protagonista una classica e squillante sezione di fiati.
“Harlem Hipshake” di The Bongolian è un ciclone di groove latin soul che si abbatte sulle nostre orecchie.
“Harlem Hipshake” è un album di 13 tracce, spezzato in due macro sezioni: “East Side” e “West Side”. Tra i brani segnaliamo la traccia di apertura “Give The Drummer Some”, in cui percussioni incalzanti in stile latino ed Hammond si mischiano alle voci ed agli applausi che ricordano la hit dell’ultimo disco “Googa Mama”. Segue la title-track “Harlem Hipshake”, con Terry Edwards in veste di flautista, sassofonista e trombettista, in un crescendo ritmato e vorticoso. E poi ancora “Flatfoot Hustle”, pezzo che spicca per il groove travolgente dettato dalla sintonia di basso, batteria, chitarra wha e Hammond. Qui le influenze sono decisamente più funk e soul. Tra gli ultimi brani troviamo “Mojito Time Baby”, un blues dal tempo veloce. Il ritmo incessante, affidato alle percussioni ed al cowbell, fa da sfondo agli scambi di battute tra Hammond e fiati.
Insomma, “Harlem Hipshake” di The Bongolian è un ciclone di groove latin soul che si abbatte sulle nostre orecchie. E ci si stupisce a pensare che sia in fondo quasi unicamente frutto di mani e mente di Nasser Bouzida. Oltre ad aver suonato batteria, percussioni, basso, chitarra e strumenti a tastiera, l’artista inglese ha anche prodotto e registrato questo disco. “Harlem Hipshake” è forse meno audace dell’album precedente nella sperimentazione ed i temi proposti risultano a volte un po’ ripetitivi. Tuttavia, è innegabile che il groove firmato “Harlem Hipshake” fa battere le punte dei piedi, scuotere la testa e venir voglia di ballare dalla prima all’ultima nota.