I CAVELEON sorprendono con il loro primo EP omonimo
La formazione dei Caveleon
La formazione dei Caveleon

I CAVELEON sorprendono con il loro primo EP omonimo

Per recensire un disco come questo una giornata di pioggia è a dir poco perfetta. I Caveleon con il loro disco d’esordio colpiscono alla prima nota. Tra atmosfere indie e sfumature elettroniche riescono a ridefinire un genere, forse troppo strumentalizzato. Dall’incontro di Leo Einaudi e Giulia Vallisari, voci del gruppo, con lo strumentista elettronico Federico Cerati e il batterista Agostino Ghetti, nasce il gruppo nel gennaio del 2018. Sound riconoscibile e ricercato, con l’ausilio delle due voci ridisegna un panorama decisamente innovativo.

Il lavoro si apre con “Late Night”, brano dal forte impatto. La chitarra suona sulle corde più forti e la voce pulita entra in campo come se nulla fosse più semplice. Un sound pulito e compatto lascia un senso di tranquillità e sicurezza nell’ascoltatore. La voce di cristallina di Giulia Vallisari riesce comunque a farla da padrone. Con “Dry Eyes” si cambia totalmente registro. Si passa a note più scure e internazionali. Un pezzo degno di una colonna sonora senza alcun dubbio. Così i Caveleon in soli due brani hanno già dettato rigide regole d’ascolto

Un album che merita di essere ascoltato attentamente, brano dopo brano, nota dopo nota

Se le voci dei due cantanti sono lo strumento principale del brano non vuol dire che la strumentazione sia da meno. Anzi, solo con un perfetto utilizzo degli strumenti a disposizione le voci riescono ad esaltare sopra i perfetti tappeti di suono creati dagli altri due membri dei Caveleon. Come in “Follow Me” dove la voce e la chitara sembrano davvero inseguirsi, ricordando quasi vecchi brani in stile Nora Jones. “Big Dream” si discosta dalla trama principale dell’album invece, prendendo una piega più soul ma senza esagerare. Ottima per spezzare l’atmosfera e accompagnare l’ascoltatore verso “We Walk” ultimo brano dell’EP.

Chiude a dovere l’album l’ultimo brano. Echi di voci sul finale, gli archi predominano lasciando un senso di leggerezza. Un lavoro che dimostra maturità e un certo senso di appartenenza quello dei Caveleon. Un lavoro che sa mostrare strade totalmente innovative ad una persona che, però, porta con se il suo fidato zaino, che ha il sapore di casa. È difficile riuscire a trovare l’equilibrio al primo lavoro, un equilibrio quello dei Caveleon che sa far viaggiare l’ascoltatore direttamente dal letto della propria camera, senza muovere un passo.