Ragazzi de I Fiori di Mandy è un piacere potervi ospitare sulle nostre pagine. Iniziamo senza particolari fronzoli questa intervista con un piccolo aneddoto che vi riguarda. Raccontatemi qualcosa di particolare, che magari non sa nessuno, sul vostro gruppo.
Grazie a voi per l’opportunità. Un particolare curioso che riguarda il gruppo si cela, a nostro parere, nelle prime prove compiute. Nonostante non ci conoscessimo bene fra di noi, in poche ore abbiamo capito le forti sensazioni comuni e l’identica intenzione dietro il proprio strumento. È stata una piacevole rivelazione, responsabile poi di un rapporto forte e coeso che ci ha permesso di entrare in studio qualche settimana dopo per creare dei punti fermi su ciò che avevamo composto nei giorni prima.
I Fiori di Mandy è un nome curioso, che personalmente mi piace molto. Raccontatemi come nasce e quale è la sua storia.
Il nome del gruppo deriva da un viaggio a Dublino. Mandy è una ragazza originaria dell’Australia che faceva la parrucchiera nella città irlandese: testa viola, passato turbolento, una stranezza interiore che cattura. Fu un incontro come tanti altri e come nessuno prima. Una persona come tante che però, in quel momento, lasciò un segno: un nome per me insolito, tanto da ricordarlo nel tempo, e un carattere che rispecchiava alla perfezione ciò che con il gruppo avremmo voluto trasformare in musica: la mancanza di un punto fermo cui ancorarsi e una sensibilità disposta ai cambiamenti. I fiori non vogliono avere un significato preciso: è stato scelto per il suono delle parole e il loro semplice potere evocativo.
Quali sono gli artisti che vi hanno accompagnato nel vostro percorso musicale e magari vi hanno portati ad essere quello che siete?
Ci ispiriamo a tanti differenti artisti.
Raffaele si ispira a Ivano Fossati, Paolo Conte, Franco Battiato, CCCP – Fedeli alla linea, Consorzio Suonatori Indipendenti, Afterhours, Il Teatro degli Orrori, Massimo Volume. Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè, Kaos One, Ghemon.
Luigi a Radiohead, The Beatles,Consorzio Suonatori Indipendenti.
Edoardo a Ramones, Sex Pistols, The Clash, The Stooges, Joy Division, Siouxsie and the Banshees, The Cure.
Parliamo di “Invadere”, il vostro ultimo singolo. Un singolo che racconta le sensazioni di chi è oppresso da un mondo di luci e asfalto.
“Invadere” è il primo singolo che ha anticipato l’uscita del nostro secondo EP, “Carne“. La scelta di farlo uscire per primo è stata anche in funzione del nostro regista Simone Cireddu, che ha realizzato il videoclip ispirato dal brano. In sé, la canzone ci riporta ad un sentimento di alienazione, di malessere, ma teniamo molto all’interpretazione dell’ascoltatore e non vorremmo influenzarlo con la nostra visione.
L’idea di registrare il video riprendendo un bambino che, in maniera del tutto arbitraria, si muove ascoltando il brano, mi è piaciuta molto. Parlatemene meglio.
L’idea è stata di Simone Cireddu, che ha chiesto al bimbo di ballare seguendo la musica, il quale ha cominciato a muoversi secondo quello che sentiva o provava. È stato un “buona la prima” che ci permette di vedere le reazioni più naturali e spontanee del bambino. Teniamo molto al rapporto formatosi con il regista: l’intesa e l’intenzione di trasmettere qualcosa di nuovo ci accomunano, fattori che hanno comportato a creare una collaborazione che si mantiene da anni.
Per il futuro quali sono le strade che pensate di seguire?
Durante quest’estate entreremo nuovamente in studio per registrare un nuovo disco e iniziare quindi un nuovo capitolo, con idee nuove. Inoltre stiamo organizzando il nostro primo tour italiano.
Vi lascio le ultime righe per raccontare qualcosa in più su di voi o dire ciò che volete ai nostri lettori, è stato un piacere poter scambiare qualche parola con voi!
Vi ringraziamo dello spazio concesso e ringraziamo i nostri sostenitori per l’aiuto e l’affetto trasmesso, indispensabile per poter continuare a sviluppare le nostre idee.