Dopo un anno e mezzo dall’uscita del disco d’esordio, “Meravigliosa Mente Instabile”, la band pugliese Monarkaotika ci regala il secondo album d’inediti. E non solo. “Psicanalisi” è, infatti, composto da otto tracce originali, una ghost track ed una cover di “Io Vorrei, Non Vorrei, Ma Se Vuoi” di Lucio Battisti. Questa rivisitazione del meraviglioso brano del cantautore di Poggio Bustone sembra un po’ tirata per la giacchetta. Un po’ forzata, ma nemmeno tanto male, comunque. Certo, il rischio che hanno corso i quattro musicisti dei Monarkaotika non è da sottovalutare, mettendo mano ad un’opera d’arte, spesso, si rischia il disastro. Rischio calcolato e brano che segue la linea artistica della band, che sforna un moderno punk rock orecchiabile ed una vena lirica di tutto rispetto. Ed ecco che prende vita “Psicanalisi”, incentrato sulla necessità, o il dovere, di considerare l’autoanalisi per riuscire a conoscere se stessi, e capire gli altri.
I Monarkaotika continuano sulla falsa riga del precedente album, tra follia, tormenti e inquietudini della mente
Sembra quasi un sequel del primo lavoro da studio della band tarantina, in cui il filo conduttore era la follia e l’inquietudine della mente umana. Anche il nome della band segue il concetto degli album, perché ispirato alla farfalla monarca, protagonista di incredibili migrazioni, simbolo di forza mentale e metamorfosi. Il nuovo disco dei pugliesi Monarkaotika si apre con “Perlomeno”, un bel rock che cresce piano piano, fino ad un ritornello orecchiabile e molto efficace. Non sono da meno, però, i riff di chitarra, l’accompagnamento del basso ed una potente batteria, che da’ corpo e anima a tutto il brano. Come terza traccia del disco troviamo “Il Re”, primo singolo estratto da “Psicanalisi”, in cui è forte l’impronta vocale data dal frontman Marco Di Turo. Questo, come tutti i brani dell’album, è registrato in presa diretta. Ed è subito chiara l’impronta live dei Monarkaotika, impazienti di saltare su un palco.
“Psicanalisi”, dei Monarkaotika, ci convince, pur nella comprensibile sbarazzina incoscienza dei primi album
L’album scorre via gradevolmente, a volte dolce e suadente, altre duro e graffiante, sempre con quell’indole punk che strizza l’occhio a sonorità lo-fi e rock. Poi arriva “La Fine”, un brano che si spinge fino a sfiorare l’hard rock, potente batteria e riff ruvidi a cucire un vestito niente male. Ci ha colpito molto il brano “Al Di Là”, l’ultimo prima della ghost-track finale “Ridi Di Me”, col suo intro delicato e lo sviluppo aggressivo. In sostanza questo “Psicanalisi”, della band Monarkaotika, ci convince abbastanza, pur nella comprensibile sbarazzina incoscienza dei primi album, delle piccole imperfezioni, con l’occhio puntato all’obbiettivo.