Undici anni sono trascorsi dall’ultima uscita discografica di Moltheni. Si chiamava “Ingrediente Novus” e ne celebrava i 10 anni di carriera. Adesso, Umberto Maria Giardini ri-comincia con un disco che è frutto di un anno intero di lavoro. Di questo 2020 più duro che mai e che si appresta a concludersi.
Uscirà infatti l’11 dicembre, a metà dell’ultimo mese dell’anno. Si chiama “Senza Eredità” ed è creatura figlia de La Tempesta Dischi. Lì, le atmosfere sono alla Moltheni. Rock, pop, alternativa-mente – ancora – l’ autenticità di scrittura e d’intenzione. Rimandi cronologici di un suono che innesca una staffetta di memorie in-compiute. Sonorità e percezioni di quello che era il tempo di una nuova indie-pendenza.
D’un sentimento divenuto un’etichetta. Basta pensare infatti a La Tempesta Dischi che è sì casa discografica, ma anche centro culturale e laboratorio musicale. Terreno fertile per la sperimentazione e innovazione di sonorità, arrangiamenti e creazioni che Moltheni ha da sempre esperito.
Rock, pop, alternativa-mente – ancora – l’ autenticità di scrittura e d’intenzione. “Senza Eredità” è una staffetta di memorie in-compiute
Ebbene, con “Senza Eredità”, Moltheni si appresta a regalare al pubblico un po’ di tutto quello che ha realizzato nel corso della sua prolifica carriera. Trattasi infatti di una selezione di brani che mai finora avevano trovato una collocazione e un’archivio concreto. Come se tutto il materiale abbozzato e raccolto durante una vita di musico si rivelasse adesso pronto per essere trasformato, cucito, liberato.
Undici i brani, molte le atmosfere, impeccabile la semplicità di traduzione delle creazioni di Moltheni, caratteristiche nel sound ed uniche nella scrittura. Il pop è pura qualità, il rock è un altro rock, il folk appena accennato eppure godibile dove palese. Lungo l’ascolto del disco ci si diverte del divertimento che intendeva Pascal. Si pensa mentre ci si muove, si sospende la brutalità del quotidiano per emozionarsi. Si condividono sapori che hanno qualcosa d’antico e di futuro lontano.
Al solito – per quanto insolito – con “Senza Eredità”, Moltheni regala quello che è un patrimonio, il suo. Quello di un cantautore che tra i primi nel Bel Paese ha ribaltato il concetto di canzone d’autore, aiutando chiunque lo abbia seguito a intraprendere un cammino differente, alternativo, sincero.