Parte da Tokyo “Ennio Morricone, The official concert celebration”, uno spettacolo curato dallo stesso maestro prima della sua scomparsa, due anni fa. Sarà diretto da suo figlio Andrea, affermato compositore e direttore d’orchestra, già’ direttore dell’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dell’orchestra dell’Opera di Budapest.
Tokio ospiterà due date a inizio novembre nella prestigiosa International Forum Hall, per poi proseguire in altre 14 città europee. Come Londra, Berlino, Parigi e Vienna.
“L’evento è un regalo ai tanti amanti della musica del maestro, ma è anche un elogio alla contemporaneità di Ennio Morricone” ha detto l’Ambasciatore italiano a Tokyo, Gianluigi Benedetti, nella conferenza di presentazione in residenza.
Nel concerto verranno suonati i brani più conosciuti del maestro, come ‘C’era una volta in America’, ‘Il Buono il Brutto e il Cattivo’, ‘Mission’, ‘Gli Intoccabili’, ‘Nuovo Cinema Paradiso’ ed ‘Hateful Eight’, il film per il quale Ennio Morricone ha vinto il premio Oscar nel 2016.
All’evento parteciperanno altri musicisti che hanno lavorato con Ennio Morricone in Giappone, con il sostegno della Tokyo Philharmonic Orchestra. Sullo schermo, inoltre, saranno proiettate alcune scene dei film più celebri, interviste e filmati delle prove che faceva Morricone. Nel corso della presentazione, davanti a una folta platea, Andrea ha raccontato con palpabile emozione episodi della collaborazione con il padre. A partire dalla colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso, che scrisse appena 24enne, e che gli valse un premio Bafta.
Dirige il figlio di Ennio Morricone
“Lui mi telefono’ e mi disse: ‘Ti va di scrivere un tema per un film?’ Mi diede la sceneggiatura. Io scrissi rapidamente il tema e andai a farglielo vedere. A lui piacque molto. Aggiunse due accordi e immediatamente diede una struttura del brano per orchestrazione. Sento di dire che è un brano che condivido con mio padre, pur avendo scritto io la melodia. Quel dono fatto da mio padre, e inserirlo nel film, mi legherà per sempre a lui”.
Separatamente il figlio terzogenito racconta all’ANSA i dettagli di un rapporto a volte complesso: “Mio padre non amava il computer e non voleva che gli portassi le partiture stampate. Essendo un genio assoluto allo stato naturale, mio padre componeva sulla scrivania nel suo studio, ogni tanto andava al pianoforte a provare qualche accordo, ma generalmente componeva a mente. Non aveva bisogno di una tastiera”.
Al termine delle conferenza, visibilmente emozionato, il compositore è ritornato sul brano del film del 1988 diretto da Giuseppe Tornatore e vincitore del Premio Oscar per il miglio film straniero, raccontando un altro aneddoto legato al famoso genitore: “Questa melodia mio padre la amava particolarmente. Diceva spesso che per lui era una melodia straordinaria. Diceva a me: ‘Mi torna in mente nei momenti più strani della giornata, che cosa straordinaria’. Quando mi diceva così io gli rispondevo: Dai, posso crederci? Io adoro le tue”.