IMURI: "La magia di un concerto è un'esperienza unica e irripetibile ogni volta"
Imuri in una foto promozionale
Imuri in una foto promozionale

IMURI: “La magia di un concerto è un’esperienza unica e irripetibile ogni volta”

Sulle nostre pagine ospitiamo la band abruzzese de Imuri: ragazzi, saltiamo i preamboli e raccontatemi un evento imbarazzante, divertente o assurdo che vi è capitato durante l’ultimo tour, sono sicuro che ce ne saranno molti!

Sì, ce ne sono diversi -ridono-, tipo quando ci hanno trasportato in hotel con un pick-up e noi eravamo sul portabagagli all’aperto. Quando abbiamo distrutto il nuovo portabagagli appena comprato schiantandoci contro il tetto di un garage etc etc.

Tutti abbiamo dei punti di riferimento musicali. Quali sono i vostri e come hanno influito sul sound de Imuri?

Ognuno di noi ha diverse influenze ma grosso modo possiamo dire che i nostri punti di riferimento sono: The Beatles, The Strokes, Tame Impala, Lucio Dalla Lucio Battisti. Tutti hanno influito in un modo diverso.

La band ha subito diverse variazioni da quando il progetto è stato avviato. Siete tipi che si lasciano contaminare o preferite sempre mantenervi all’interno di determinati limiti?

Ci sono state partenze e ritorni ma fondamentalmente il trio di base è sempre stato questo. Da un anno si è aggiunto Marco Fontana alle chitarre e ai sintetizzatori. Al momento crediamo di aver trovato la nostra formazione ideale ma non escludiamo il possibile inserimento di un altro elemento nel caso in cui dovessimo sentire l’esigenza.

Raccontatemi un po’ del vostro ultimo lavoro. Registrare è stata una faticaccia oppure vi siete divertiti?

Ci siamo divertiti assolutamente. Con il passare del tempo e con le varie esperienze abbiamo imparato a gestire diverse situazioni da studio e a godercele con il sorriso, anche nei momenti più duri dove si è sotto pressione e con i nervi al limite.

In passato avete condiviso il palco con grandi nomi della scena underground e non. Dai Kutso a Piotta, fino a Fast Animal And Slow Kinds, Pinguini Tattici Nucleari e The Giornalisti. Quali di questi ha lasciato di più il segno su di voi?

Naturalmente un po’ tutti, ognuno con un proprio modo.

Ascoltando “Chat Hotel” direi che non siete né pop né rock, né indie o alternative. Come vi definite?

Non lo sappiamo, questa è sempre una domanda particolare. In ogni caso possiamo dire che abbiamo voluto scrivere delle canzoni dove man mano sono venute fuori le influenze e i nostri gusti. Non ci siamo prefissati un genere, abbiamo certamente però, cercato qualcosa di diverso, se vogliamo più leggero.

Parlatemi del vostro rapporto con il pubblico. Quanto è importante e quanto viene curato?

Il rapporto con il pubblico è molto importante per noi e man mano cerchiamo di migliorare anche questo aspetto in base alle diverse situazioni, in quanto sappiamo tutti che ogni tipo di pubblico è differente, più o meno facile da conquistare.

Bene, il nostro tempo si conclude qui. Vi ringrazio per essere stati dei nostri e vi lascio arta bianca per dire ciò che volete ai lettori. A presto!

Vogliamo dire e ricordare a tutti gli appassionati di musica di andare ai concerti e di non abbandonare questa bellissima abitudine. Certo, oggi il web offre tutto, ma la magia di un concerto sopratutto se fatto da persone/band è un’esperienza unica e irripetibile ogni volta. Abbracci e saluti da Imuri.