Da una recente intervista apparsa sulla rivista NME, Josh Homme fa sapere senza mezzi termini che lavorare con Iggy Pop è stata la cosa migliore a cui abbia mai partecipato.
Josh Homme e Iggy Pop, la storia di “Post Pop Depression”
“Post Pop Depression”, è questo il titolo del nuovo progetto a cui hanno lavorato Josh Homme e Iggy Pop. Il disco è stato registrato praticamente di nascosto tra Joshua Tree ed il Pink Duck di Los Angeles e ha visto la collaborazione di Matt Helders (batterista degli Arctic Monkeys) e Dean Fertita dei Queens of the Stone Age.
Per chi non lo sapesse, il disco che ha già tre anni. Ha visto la luce nel 2016 e, sempre secondo Josh Homme, è stato il motivo che l’ha spinto a proseguire dopo i fatti del Bataclan. Ovviamente nella recente intervista si è parlato anche delle Desert Sessions. Questo progetto è nato nel 1997 come una sorta di collettivo di musicisti guidati, ovviamente, da Josh Homme.
“Desert Session” Vol 11 e 12
L’uscita dei volumi 11 e 12 ha visto la partecipazione di Billy Gibbons (ZZ Top), Stella Mozgawa (Warpaint), Jake Shears (Scissor Sisters), Mike Kerr (Royal Blood), Carla Azar (Autolux, Jack White), Les Claypool (Primus), Matt Sweeney, Matt Berry, Libby Grace e Töôrnst Hülpft.
“Desert Sessions” Vol 11 e 12, rispettivamente “Arrivederci Despair” e “Tightwads & Nitwits & Critics & Heels”, sono uscite lo scorso 25 ottobre. Entrambi i dischi sono stati registrati in soli 6 giorni al Rancho De La Luna, lo studio di Josh Homme a Joshua Tree (California).
Nel corso dell’intervista a NME si è parlato anche dell’altro progetto di Josh Homme, i Them Crooked Vultures, il super-gruppo formato assieme a John Paul Jones e Dave Grohl. La band non si esibisce da circa 10 anni ma, fa sapere il frontman dei Queens of the Stone Age che se ci fosse la chiamata, lui risponderebbe immediatamente.
Il trauma post-Bataclan
Dopo la strage del Bataclan, a cui Josh Homme non era presente di persona, qualcosa nel frontman dei Queens of the Stone Age è cambiato. I suoi Eagles of Death Metal sono rimasti profondamente scossi da questo avvenimento e tutto è sembrato, quasi, rallentato. Tutti i dischi e tutta la musica venute dopo sono state per Josh Homme una sorta di salvagente che lo hanno spinto a continuare dopo Parigi.
Le “Desert Sessions” sono ancora materiale decisamente fresco e non sappiamo se Josh Homme abbia già in programma qualcosa di nuovo. Sicuramente il frontman dei Queens of the Stone Age è uno che non ama starsene con le mani in mano. Qualcosa bolle sicuramente in pentola.