Caterina Calabrese in arte Kate Wild, benvenuta su Music.it! Per rompere il ghiaccio raccontaci un simpatico aneddoto legato alla tua carriera, o alla musica in generale.
Ricordo che stavamo a Sanremo per le semifinali nazionali io e i miei amici/colleghi musicisti conosciuti lì. Era notte fonda, siamo stati tutto il tempo a cantare a squarcia gola e a suonare fino alle quattro del mattino. Prima nel centro della città e poi verso un lungomare molto romantico. Cantavamo e suonavamo sia le varie canzoni del momento che quelle più storiche e conosciute. Ma la cosa più divertente è stata cominciare ad inventare dialoghi buffi cantati tra di noi, camminando per strada con le chitarre. Non facevamo altro che rispondere, a qualsiasi cosa, cantando, inventandoci melodie e ridendo, come se stessimo all’interno di uno spettacolo. E la gente osservava Kate Wild e quel bel gruppetto.
Da poco è in radio e su Youtube il tuo primo singolo, “Hurricane (Make Me Angry)”. Ci racconti come è nato questo brano e se c’entra qualcosa con la scelta del tuo “selvaggio” nome d’arte?
È nato tra i banchi di scuola, molto autobiografico. Parla di me, di quella che sono, ma, soprattutto la scelta del titolo, nasce da un’idea inaspettata della mia ex professoressa di religione nel secondo anno di superiori, avevo 15 anni. Lei era anche una grafologa e in classe si mise a “tradurre” le nostre calligrafie per definire le varie personalità. Lei stessa mi disse che ero un uragano rinchiuso in una scatola, un uragano che molto presto sarebbe esploso fuori. Da lì ogni giorno a scuola, e poi a casa, cominciai a scrivere molto, e si, c’entra abbastanza con la scelta del mio “selvaggio” nome d’arte, perché il pezzo tende a far vedere in modo misterioso quel mio lato ribelle e fuori dagli schemi. Si può percepire dai bonghi, le percussioni, musicalmente parlando, e anche dalle parole che canto, soprattutto dalla frase “make me angry” cioè fatemi arrabbiare.
Ascoltando questo brano, che ti lancia nel mondo della musica, notiamo con piacere la tua forte presenza scenica, sia nel video che, soprattutto, nella voce. Hai un modello di artista a cui ti senti vicina a livello di musica e scrittura?
Credo di avere uno stile di scrittura abbastanza unico che non si avvicina a nessun tipo di artista in particolare. A livello musicale la prima artista che mi viene in mente a cui potrei riuscire ad avvicinare Kate Wild è Alicia Keys.
A meno di un mese di distanza dalla pubblicazione del primo singolo di Kate Wild, che impressione ti farebbe se la guardassi dal di fuori, e quindi se non fossi tu la protagonista?
Mi farebbe una buona impressione, ci canticchierei sopra felice perché scoprirei che finalmente c’è qualcuno che è ancora interessato a voler portare della vera musica, e non suoni finti avvelenati dall’autotune.
Sei cresciuta tra la musica, con tuo padre Nicola docente di pianoforte classico al conservatorio di Pescara, e gli studi di chitarra acustica col Maestro Stefano Barbati. Già da piccolina avevi intenzione di diventare musicista e cantante?
Si esatto, era un sogno e un pensiero fisso che avevo e mi portavo dentro già da bambina, non ho mai cambiato idea.
Pianoforte, chitarra, basso. Quale di questi strumenti senti più tuo e che ti da’ più sicurezza mentre suoni?
Assolutamente la chitarra, la mia compagna fedele.
Siamo in tempi in cui l’utilizzo di Internet è quasi indispensabile. Cosa ne pensi dei social networks come strumento di pubblicità e condivisione?
Penso che sia la rovina della società e dell’umanità, penso sia la rovina delle coppie, delle amicizie, e la rovina di se stessi. Purtroppo veniamo sempre di più risucchiati da questo sistema, ingannati e stregati, senza accorgersi spesso di tante bellezze e ricchezze che ci circondano nel nostro quotidiano. Come la natura, la famiglia, l’amore, l’affetto di una persona che ti sta guardando e sfiorando con le mani, e non attraverso uno schermo.
Se potessi scegliere, ad oggi che sei agli esordi, con quale artista ti piacerebbe esibirti sul palco?
Direi subito con Beyoncé perché è la mia artista preferita in assoluto, ma siccome so che sognerei troppo in grande, mi piacerebbe senz’altro avere l’onore, magari un giorno, di cominciare ad esibirmi con LP (Laura Pergolizzi) oppure con Giorgia.
Abbiamo appena cominciato ad apprezzare la musica di Kate Wild, pensi che dovremo attendere molto per un album completo?
Non molto, però probabilmente un annetto ancora si.