Il 29 giugno una Rock Opera ha visto la luce, partorita dai giovani KormaK e prodotta da Rockshots Records. âFaerenusâ è il nome di un viaggio dentro una magica stanza degli echi.
Nove i brani di cui si compone lâalbum, per nove itinerari che attraversano il vasto spettro del metal, ciascuno a suo modo e ognuno connesso allâaltro.
A introdurre il cammino, il demone âAmonâ che in un minuto di sussurri al passo di corde metalliche prepara il sipario all’esplosivitĂ dâuna marcia mortale. âThe March of Demiseâ è un potentissimo brano dâapertura, carico dei suoni duri e massicci del death metal piĂš freddo, in cui precisione e intensitĂ regalano una perla di pura energia.
Alle battute pesanti seguono due brani di matrice prettamente folk, âSacra Noxâ e âThe Goddess Songâ. Come nelle successive âFaerenusâ e âJuly 5â, qui la voce di Zaira De Candia balza da unâestremitĂ all’altra del range vocale, dando vita a creature diverse ma tutte facce di una stessa medaglia: alla solennitĂ della distanza impiegata in alcuni brani, fanno eco i momenti di rabbia impetuosa, esplosa per strada come una bomba.
I brani di “Faerenus” hanno infatti tutti qualcosa da dire. Accarezzano i volti della follia, dellâinternamento, della miseria della guerra e la potenza del ricordo.
âTerror starts homeâ. CosĂŹ scriveva Claire Fisher (interpretata da Lauren Ambrose, ndR) in Six Feet Under sulle pareti della sua stanza da letto. Lâimpatto della cover dellâalbum ricorda un poâ quelle pareti, e si intuisce subito che il viaggio con i KormaK sarĂ un viaggio interiore. I brani di “Faerenus” hanno infatti tutti qualcosa da dire. Accarezzano i volti della follia, dellâinternamento, della miseria della guerra e la potenza del ricordo che, se evocato, è solo all’ombra del silenzio.
Il quinto brano è infatti quello che fa da spartiacque al disco e lo rende speculare a se stesso.
âThe Hermitâ compie un viaggio spazio temporale attraverso le barriere del non-suono.
Ben 22 minuti e 44 secondi dâincisione compongono una matriosca in cui lâeremita giungerĂ soltanto alla fine per raccontarne la strage. In un quarto dâora di vite spezzate, al silenzio dellâattesa si intervallano aerei, violente esplosioni e un cuore in tachicardia. La traccia è il ricordo della nonna di Zaira De Candia che assistette, nel 1943, al bombardamento di una casa di Molfetta in cui una luce venne accesa oltre lâorario del coprifuoco.
“Faereneus” è per i KormaK un esordio complesso e coeso, pregno di energia fresca, pura, travolgente e decisamente viva.
Una ghost-track, 1943, trasforma lâesperienza dellâascolto in un momento di riflessione tutt’altro che banale. Il lungo silenzio è infatti ingravidato di tensione e di pensieri che ad oggi risultano piĂš attuali che mai. Questi sono i KormaK al primo ascolto: la saggezza del talento giovanile che ha ereditato miserie e possibilitĂ e che, nell’urgenza, le ha sapute raccontare.
Per questo sono bravi. Hanno intrecciato il sacro al profano, il folk metal allâheavy power, per giungere al fine ad un respiro sospeso, di pace improvvisa, come la comprensione della fine di una guerra. Somiglia a un âTo be continuedâ lâultima traccia che chiude il lavoro.
“Faereneus” è per i KormaK un esordio complesso e coeso, pregno di energia fresca, pura, travolgente e decisamente viva.
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KORMAK
Faerenus
29 giugno 2018
Rockshots Records
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