La FORCE OF REASON genera l'esordio dei CRIMSON THUNDER
I Crimson Thunder in una foto promozionale.
I Crimson Thunder in una foto promozionale.

La FORCE OF REASON genera l’esordio dei CRIMSON THUNDER

Force of Reason #Power Metal #Epic Metal I Crimson Thunder vengono fuori da una scuola gloriosa di metal all’italiana. Originari di Piombino e compagni di strada dei Dark Quarterer, I nostri rilasciarono, ormai quattro anni fa, “Thunder Wrath”. Era un rapido un EP che forniva un assaggio del loro suono, un power metal articolato e veloce. Pubblicano ora “Force of Reason”, un full lenght in cui la band sembra voler rendere omaggio a quanto di buono il metal italiano ha saputo dire durante la sua storia, scarna ma non priva di momenti validi. L’influenza del progressive power dei Rhapsody of Fire, con la loro propensione per strutture sontuose ed orchestrali, è pienamente al lavoro e sembra fin dall’inizio innegabile. Questa base viene contaminata da momenti di tenue ed azzeccata commistione con generi più “duri”, nonché da ispirazioni più classiche del power metal storico.

“Force of Reason” usa testa e cuore per omaggiare la storia del metal italiano

“Force of Reason” rompe gli indugi con una tenebrosa e solenne “Ouverture” orchestrale, per poi lasciare spazio a “Ghosts in the Crimson Eye”, classica cavalcata power la cui epica positività sfuma nella malinconica e doomeggiante “Song for the Undead”. Dopo questo rallentamento, “Force of Reason” pompa di nuovo adrenalina nelle orecchie, con un brano solare, orecchiabile e indovinato. Dopodiché, il tono cambia decisamente. “Manipulator of Minds”, in parte accantonata l’epica, è un ruvido e mesmerizzante heavy metal, come ogni tanto ne tiravano fuori i Blind Guardian.

Un album che vive e muore delle sue ispirazioni, ma si pone come esordio convincente e incisivo

“Rain of Tears”, invece, è una canzone power quintessenziale, veloce e ritmata alla maniera dei Riot. Le due tracce successive confermano la formula consolidata nei brani precedenti, per poi esplodere nel gran finale dell’album. “A Tale of Hopeless Revenge” ne è forse il brano più riuscito e “cazzuto”. In conclusione, i Crimson Thunder hanno prodotto un lavoro solido, la cui unica pecca è la fatica con cui esce dagli stilemi che lo ispirano.  La speranza è che questo album d’esordio sia un primo trampolino per creare un sound sempre più personale, che omaggi il passato ma si proietti nel presente. Il cuore, la tecnica e la grinta per farlo, mi sembra, ci sono in abbondanza.