“Citazioni ed altri delitti”, ultima fatica dei Malaparte, ha visto la luce all’alba del nuovo anno. Si presenta al pubblico con un’artwork piuttosto minimale, ma che sottintende una colta citazione cinematografica. Ma verrà col tempo, soprattutto perché in 47 minuti di durata riesce a suggerire in modo efficace l’intenzione espressiva dei suoi creatori, riflessa sulla copertina. “Sottosopra” è una onorevole apripista strumentale, onirica e psichedelica. Per gli amanti delle immersioni in sonorità plastiche, che si adattano allo stadio delle proprie riflessioni. Chi non avesse mai avuto modo di conoscere la band, con questa traccia ha l’occasione di sentire degli artisti all’opera. Ve li presento: Carmine Ricciardi alla chitarra, Giuseppe Diego Nocito al basso, Pasquale Tomasetta alle percussioni, Carmine De Vita alle board, Raffaele Maffei per la chitarra ritmica.
In “Presenze” i contrappunti sono sia strumentali che vocali, questi ultimi interpretati dai due Carmine e Raffaele. Sonoramente li hanno strutturati in modo che risultino evocativi. E poi c’è “Maschere”, il singolo scelto dai Malaparte per anticipare “Citazioni ed altri crimini”. Pirandelliana nel contenuto, solida nei suoni e nel ritmo e noir nell’atmosfera. Proprio come evoca il titolo, la composizione sembra articolarsi in due parti dialoganti che entrano in comunicazione attraverso infiltrazioni nello strato epidermico. Riuscirai a sopravvivere alla contraddizione tra interno ed esterno?
“Citazioni ed altri delitti” dei Malaparte ha un impianto musicale quasi barocco
In “Le cose che non hai” il solido impianto rock dei Malaparte si riveste di pop, facendo risuonare il caldo e ritmico beat degli anni ’80. Tendenza seguita anche nella traccia successiva, “L’alba”, la band tende a intrecciare stili di scrittura, oscillando tra la hit che non puoi fare a meno di canticchiare nei giorni successivi e tracce che si lasciano riascoltare assaporandone ogni sfumatura. In “E tu dimentica” la band costruisce una vera e propria dimensione corale, compresa di lotta per il proscenio tra la parte strumentale e quella testuale. “Bhata” sembra un capitolo a parte di “Citazioni ed altri delitti”. Le tastiere di Carmine De Vita hanno l’effetto di affrescare le pareti di una dimensione intima fuori da ogni dimensione temporale.
Il viaggio di “Citazoni ed altri delitti” dei Malaparte è un tornare sui propri passi per mettere punti dove erano state messe virgole
La fine sfuma verso l’inizio, per cui il passaggio a “Sorridere sempre” è impercettibile. Dall’anacronismo al snoda una ballata folkrock che si riaggancia ad atmosfere più contemporanee. Il momento di intimità si prolungherà poi in “Fa’ finta di niente”. In “Matrimoni ed altri delitti” si tematizza è un’altra declinazione dell’amore, stavolta in chiave sociale. Le distorsioni e i riff energetici sono critiche urlate in “Essere o apparire”, lirica in cui l’amore si fa carità e passione per la giustizia e per l’equità, preoccupazione per gli ultimi. I Malaparte ci salutano di nuovo con l’amore, con il ritmo singhiozzante di “Parvenze di noi”
“Citazioni ed altri delitti” ha un impianto musicale quasi barocco, soprattutto per il sincretismo. Nonostante abbiano la verve degli sfoghi metal. Sebbene sorga spontaneo affiliare il sound a quello degli Iron Maiden, sul piano compositivo strizzano l’occhio alla raffinatezza dei Rush e dei Toto. Certo, il timbro di Carmine Ricciardi è più metallico ed elettronico rispetto al calore che mandano gli altri strumenti. Sono maturati molto da “Impuro”, approfondendo ulteriormente il loro gusto per le variazioni stilistiche, che oscillano dalla PFM ai Marlene Kuntz. Il viaggio di “Citazoni ed altri delitti” è più che altro un ritornare sui propri passi per mettere punti dove erano state messe virgole. Forse i Malaparte ne avrebbero desiderato uno più radicale, come quello di “Ritorno al futuro”, citato dalle strisce della Delorean sulla cover.