Ciao La Scelta! Rompiamo subito il ghiaccio. Un evento, un qualcosa di divertente o imbarazzante da raccontarci, magari accaduta durante le vostre prove o esibizioni.
Beh, ce ne sono tantiii! Eravamo a Sanremo, nel retro-palco pronti per entrare ad esibirci, prima di noi Loredana Bertè, uscendo, rubò le bacchette a Francesco e se le portò con sé …furono attimi di panico ma poi il suo manager riuscì a restituircele.
“Ballad 2020” è il vostro ultimo singolo. Nel titolo appare questo “magnifico” 2020, come nasce questo pezzo, è stato rivisitato, ripensato durante il lockdown?
In realtà il brano è stato scritto durante l’estate dello scorso anno; manteneva lo stesso titolo e lo stesso testo. L’idea iniziale prevedeva l’uscita a inizio anno ma ritardammo per questioni tecniche; pronti in primavera, con il lockdown stoppammo nuovamente tutto. L’idea del videoclip è maturata durante la quarantena, è stata “fulminante”, raccontiamo una nuova genesi come individui e come band.
Siete nati nel 2006 ma senza alcun dubbio è il 2008 il vostro anno di lancio. Secondo posto a Sanremo Giovani e concerto del 1° maggio. Ansia da prestazione o solo forte entusiasmo?
Sempre e solo forte entusiasmo, ricordo che al 1° Maggio suonammo per primi. Puoi immaginare il delirio della piazza, fu un’emozione forte trovarci finalmente sopra quel palco; noi che fin da ragazzini ogni anno eravamo lì fra il pubblico del Concertone e sognavamo di suonarci un giorno…
Come band, anno dopo anno, siete riusciti a creare buone collaborazioni. Da Ron all’attore Mirko Frezza, per poi finire a registrare un videoclip (“Ho guardato il cielo”) con Marco Giannini, Claudia Gerini e molti altri ancora. Quanto la sinergia tra diversi settori artistici, in questo caso musica e cinema, aiuta in visibilità?
La visibilità è secondaria, sicuramente aiuta l’anima. La sinergia, la collaborazioni fanno parte del nostro DNA. Non solo musica e cinema ma anche pittura: la copertina di “HO GUARDATO IL CIELO” è stata realizzata da Mark Kostabi, un artista di fama internazionale. Lo scambio artistico che si tramuta in una canzone, un videoclip o semplicemente in un’amicizia, ti fa vivere la parte libera di questo mestiere. Il nostro fare musica è espressione di vera libertà ed imprevedibilità, non ci poniamo mai un limite.
Sempre parlando di “Ho guardato il cielo”, la canzone ha una forte tematica sociale. Quanto la musica, oggi, dovrebbe ricercare una dimensione politica?
La politica siamo noi, con i nostri comportamenti, le nostre azioni, i nostri pensieri. Conoscere le diversità sociali per abbattere le differenze; adottare un pensiero nuovo, moderno, solidale e multicolore. La musica può cambiare lo stato d’animo delle persone, la musica può fare la differenza e smuovere coscienze perché va oltre i muri e le orecchie della gente.
“Alle soglie del 2020, siamo precari anche nei sentimenti”, “Ballad 2020” torna a parlare di società ma in un’ottica più sentimentale. Ma su voi, qual è stato il cambiamento più concreto, magari sviluppato proprio durante il lockdown?
A livello pratico, non poter lavorare, fare concerti, specie con l’estate alle porte è un danno economico importante. Questo significa ridimensionarsi nello stile di vita e riadattarsi facendo in modo che la stasi lavorativa non incida negativamente sull’umore e il comportamento. C’è stato sicuramente un cambiamento di pensiero, un riavvicinarsi a noi stessi e alle persone che amiamo; infine credo che questo tempo ci abbia insegnato a non dare più nulla per scontato, a vivere più il presente e pensare meno al futuro.
Si dice che si impara imitando. Quali sono i vostri modelli artistici? Quelli che vi hanno fatto innamorare della musica?
Sembra un gioco di parole ma nella parola “imito” è racchiuso il “mito”. Citiamo John Lennon, Elvis Presley, i Queen, i Pink Floyd, Otis Redding, Lucio Dalla, i The Police, gli U2, Elton John. Siamo figli degli anni ’80 e quando eravamo ragazzini ascoltavamo i vinili e le musicassette dei nostri genitori; grazie a loro abbiamo imparato ad amare la musica e tanti artisti che ne hanno scritto la storia.
Bene La Scelta, la nostra intervista è terminata. Ora potete lasciare un invito, una domanda al nostro pubblico. Parlate ora o tacete per sempre (fino alla prossima intervista).
Inviteremmo il vostro pubblico ad ascoltare sulla nostra pagina di Spotify almeno 3 nostre canzoni, e recensirle ognuna con 2 aggettivi.