Le atmosfere cupe di DUSK valorizzano il non genere dei LIGHTPOLE (Album)
I Lightpole in una foto promozionale.

Le atmosfere cupe di DUSK valorizzano il non genere dei LIGHTPOLE (Album)

Il 16 ottobre 2018 è uscito il primo LP dei Lightpole, “Dusk”, per Overdub Recordings. Un disco di dieci tracce più una breve intro strumentale dalle atmosfere crepuscolari. Crepuscolari come suggerisce lo stesso titolo del disco. Più che un album vero e proprio, “Dusk” sembra una compilation. Questo non ne sminuisce il valore. Le tracce sono talmente diverse fra loro che si stenta a credere che siano della stessa band. Il che è un bene dal punto di vista della varietà, un po’ meno quando si cerca di definire l’identità musicale di un gruppo.

In certi momenti, sembra di ascoltare un pezzo di Jeff Buckley, e subito dopo ecco un pezzo che sembra una ballad degli Slipknot. C’è addirittura un brano che richiama le atmosfere dei Sigur Rós. Intendiamoci, queste eterogeneità mi piace, anche perché i Lightpole sono bravi e non mancano di farcelo notare. Tuttavia, ci vogliono parecchi ascolti del disco per riuscire a intravedere le sagome del gruppo tra le ombre che hanno convogliato intorno a sé. Dovendo incastonarli in un genere, i Lightpole apparterrebbero all’electro-rock con contaminazioni psichedeliche. Ma non credendo molto nelle classificazioni di genere, cercherò di descrivere la loro musica attraverso le immagini che mi hanno comunicato durante l’ascolto del disco.

I Lightpole sono un’interessante realtà da seguire, a patto che si abbia il coraggio di addentrarsi nelle atmosfere cupe di “Dusk”.

“Dusk” è un viaggio che va dalle tinte aranciate del tramonto fino alla tiepida luce dell’aurora, appena prima che il sole sorga. È imbevuto di notte: nasce con le tenebre e muore con le tenebre. I sintetizzatori e le distorsioni ricordano cori spettrali in una foresta buia. Ecco che dall’euforia di una danza di streghe, si passa a melodie sognanti che ci inducono a un sonno estatico, per poi risvegliarci bruscamente e riportarci nel magico rituale.

La band ha pubblicato in passato due EP, e ha aperto concerti a gruppi come Il Teatro degli Orrori e Management del Dolore Post-Operatorio. Inoltre, i Lightpole si sono classificati finalisti o vincitori in diversi festival di musica underground. Ciò li rende un’interessante realtà da seguire, a patto che si abbia il coraggio di addentrarsi nelle atmosfere cupe di “Dusk”.

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LIGHTPOLE

DUSK

16 ottobre 2018

Overdub Recordings

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