Giorgio De Palo nasce a Roma ma vive attualmente a Berlino, dove il suo sogno di vivere di musica si concretizza e si alimenta. L’EP di recentissima pubblicazione dell’autore s’intitola “First Waves”, un concentrato di indie folk di classe, stile e pura bellezza. Il primo ascolto del disco rapisce sicuramente e non permette all’ascoltatore di saltare facilmente da una traccia all’altra – o per lo meno, da un’artista all’altro. Ciò che si può intuire facilmente è che “First Waves” è immerso in una bellezza non indifferente per un motivo molto semplice. Non è stato ideato e sviluppato per le logiche di mercato indie italiane, in cui la bellezza si plastifica per divenire commerciale e molto poco profonda.
Come già detto, l’open track riesce a ipnotizzare e rendere l’ascoltatore incline al proseguimento dell’ascolto dell’intero album. “Eclipse” riesce a non fare eclissare il tutto facilmente facendo smuovere il dito sulla seconda traccia. “Rails” non è troppo distante dalla prima, ma sicuramente più melodica rispetto alla precedente, con una verve molto più poppeggiante e un uso della chitarra più standard. “Vivid Dream” rappresenta sicuramente la ballad del disco – come anche “Disruption” – che mantiene il sentimento del lavoro molto elevato, senza cadute di stile o banalità sonore. In pratica, una chiusura che lascia l’amaro in bocca solamente per la breve durata dell’album e non per la qualità della produzione.
“First Waves” di Giorgio De Palo, immerso in una bellezza non indifferente.
In conclusione, il disco di Giorgio De Palo rappresenta un ottimo esperimento indie pop folk. Di certo non porta un’innovazione radicale nel panorama, e probabilmente questa non sarà stata nemmeno la vera e propria ambizione dell’autore. Ma è di certo un’ottima ventata di aria fresca, soprattutto per le orecchie italiche che non sono preparate a un disco di rara bellezza. “First Waves” è un ottimo lavoro, un EP da conservare in libreria e da esibire per far bella figura con gli amici. Ad avercene di dischi così tra il nostro indie pop, saremmo davvero tutti molto più contenti.