Fotografia che ritrae i Levy in concerto al The Yellow Bar di Roma
Fotografia che ritrae i Levy in concerto al The Yellow Bar di Roma

LEVY: “Ce ne siamo sbattuti altamente dei cliché modaioli prettamente italiani”

Ciao Levy! Benvenuti sulle pagine di Music.it! Di solito cominciamo con una domanda che ci sta a cuore: qual è l’aneddoto più intimo/strano/assurdo che vi lega alla musica (o che lega voi due, per esempio)? Niente che sia già nelle vostre biografie ufficiali!

Il più bello riguarda me, Matteo. Mi sono ritrovato una pistola vera puntata in fronte mentre stavamo girando un video con una pistola finta e un sacchetto finto di cocaina. Due guardie giurate zelanti pensavano stessimo spacciando e preparando un assalto ad un porta valori che stava per passare in quella strada di lì a poco. Si è aggiustato tutto con una grande spavento e l’intervento di una pattuglia dei carabinieri a cui abbiamo dovuto spiegare che si trattava di finzione, vi assicuro che non volevano crederci.

Vorrei mi raccontaste la vostra storia: come vi siete conosciuti?

L’anno prossimo saranno 10 anni che io e Damiano collaboriamo insieme, ci siamo conosciuti grazie ad un amico in comune che ci ha presentati. All’epoca cercavo un bassista in pianta stabile per il mio progetto musicale ed eccoci qua dopo tanti anni a sfornare ancora dischi.

Voi venite dalle marche. Esiste una un’influenza che questa meravigliosa regione ha portato nella vostra musica?

Credo che abbia influenzato più che altro la nostra adolescenza l’appartenenza ad un territorio che non ha mai disdegnato uno sguardo più “internazionale” alla musica.

Invece di influenze personali? Chi vi mette d’accordo?

Amiamo molto artisti e band che hanno un particolare sound, un’impronta riconoscibile, una presa di posizione abbastanza chiara nell’attitudine. Tutto quello che ha groove o stile ci interessa e ci stimola nelle nostre produzioni.

La vostra giovane carriera vi ha fatti confrontare con i palcoscenici del Regno Unito. Cosa potete raccontarci, a livello culturale, di questa esperienza? Dove rintracciate la differenza dal panorama italiano che pur ben conoscete?

La differenza è netta. Qui da noi si procede ad “ondate”. Ogni anno c’è qualche cavallo di razza che si accaparra i tour estivi e invernali, poi l’anno dopo tocca a qualcun altro calcare quei palchi. Insomma non c’è artista che non cambi nome d’arte nel giro di 3 o 4 anni o progetto pur di sopravvivere a questa cultura musicale di bassa lega. Eccezion fatta però di qualche realtà, anche nel nostro territorio, che si sbatte per la pluralità dell’offerta. Ecco, nel Regno Unito invece trovi di tutto, l’ascoltatore sceglie poi cosa seguire.

Il vostro ultimo disco “Light Blue”, uscito lo scorso 12 novembre, ha riscosso subito un grande successo. Credete che l’influenza britannica abbia contribuito a cambiare qualcosa nel paradigma della vostra scrittura?

Sicuramente ce ne siamo sbattuti altamente dei cliché modaioli prettamente italiani, l’unico obiettivo che volevamo raggiungere era quello di un album bello, a prescindere dal genere. In questo l’esperienza fuori dal Belpaese ci ha fatto molto bene

“Light Blue”: qual è il messaggio che i Levy vogliono comunicare al loro pubblico attraverso questo disco?

La speranza soprattutto e nonostante tutto, la bellezza che risiede nelle cose semplici e la condivisione della pochezza della vita umana al tempo stesso miracolo. Speriamo di essere riusciti almeno nella metà degli intenti.

Domanda di rito: qual è il concerto a cui i Levy non possono rinunciare?

Tutti quelli dove vedi le facce delle persone soddisfatte, incuriosite, partecipi. C’è veramente così poco di bello fuori casa che riuscire a regalare emozioni e coinvolgimento al pubblico diventa quasi una missione. Siamo contenti e soddisfatti solo quando anche chi ci segue lo è.

Vorremmo conoscere i vostri progetti futuri e, se possibile, sapere qualcosa rispetto alla produzione cinematografica indipendente e internazionale che (abbiamo scoperto) vi vedrà coinvolti!

Abbiamo qualche concerto questa estate ma il più grande progetto è quello di un video live registrato senza pubblico del nostro disco suonato rigorosamente dal vivo, da condividere su tutte le piattaforme online e social, un regalo per tutti i nostri fans. Si, abbiamo anche un cameo in un film indipendente in una scena girata a Londra durante un nostro concerto, stiamo aspettando soltanto la data di uscita del film.

Levy, abbiamo finito. Vi ringrazio e lascio a voi le ultime battute. Regalateci una sfumatura del vostro chiaro blu.

Ringraziamo anche noi per l’intervista e lo spazio concessoci e chiudiamo anticipando che a partire da ottobre potrebbe uscire un nuovo singolo, che sarà parte di un nuovo LP previsto per il 2020.

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