Vibrafonista, compositore, un’avviata carriera da solista e da sideman in giro per l’Italia e l’Europa, Cristiano Pomante sperimenta una curiosa formazione per il suo nuovo album, “Libero Pensatore”. Un quartetto d’archi e un gruppo jazz si incontrano in un progetto estremamente fluido. Un numero di musicisti consistente rispetto allo standard e la ricerca di forme non convenzionali con lo scopo di esaltare la differenza d’organico e le sue idee. Mettere insieme un violino e una chitarra elettrica, un vibrafono e una viola, è un’operazione rischiosa se non la si sa gestire, eppure il gruppo riesce a evitare gli inconvenienti del “troppo”. Ogni componente del Cristiano Pomante Group partecipa in maniera equilibrata e prende spazio con regolari improvvisazioni, attende e arricchisce l’altro.
Vibrafonista e compositore, Cristiano Pomante con il suo nuovo album “Libero Pensatore” mette insieme un organico atipico alla ricerca libertà di idee e di forme
L’accenno alla regolarità non deve trarre però fuori strada, perché ogni traccia di “Libero Pensatore” è una sorpresa. “Points of View” è un’introduzione esplosiva, che lascia il passo a una dolce melodia proposta dal pianoforte. Sempre il pianoforte sarà il nucleo di “To Clara”, delicato brano dall’inizio in sordina, intonato da vibrafono e chitarra elettrica. “Eyes of the Sun”, con il suo inizio tormentato ai soli archi, rievoca i quartetti inquieti di primo Novecento. Il successivo tema al vibrafono ripreso dalla chitarra elettrica, come fosse un eco, catapulta invece in sonorità più rock. “The Art of Being Fragile” sperimenta la costruzione di un’atmosfera eterea e minimale; sempre pronta a disfarsi e crollare, fonde brevi e acuti frammenti di pianoforte, percussioni e vibrafono. “Fantasia” è un brano carnevalesco, a volte inquieto; emergono ritmi di marcia e richiami ad elementi compositivi classici, come il canone, intraviste anche nel successivo “Orange Sky”.
Il dialogo tra la componente jazz e gli archi avviene tramite imitazioni, esaltazioni, distensioni o cambi di ritmo; le improvvisazioni arrivano come repentine illuminazioni, distensioni di un discorso libero, fluido, e anche spavaldo. L’imprevedibilità è la chiave che rende “Libero Pensatore” un album davvero interessante; oltre a catturare l’ascolto fin dai primi secondi con una presentazione iniziale molto caratteristica per ogni brano, in tre minuti di musica il mood del discorso può essere già cambiato tre volte. L’inatteso qui non è solo un superficiale gioco musicale, ma qualcosa di più profondo. Con il Cristiano Pomante Group, le forme non convenzionali dei brani, la fusione a stilemi e ritmi non jazz, fanno emergere il discorso jazzistico da un magma di idee musicali curate nella loro eterogeneità.
L’imprevedibilità è la chiave che rende “Libero Pensatore” un album originale e interessante, dove l’inatteso non è solo gioco superficiale
Pian piano, durante l’ascolto, si comprende come non sia possibile prevedere un percorso o anticipare la struttura di “Libero Pensatore”. Non è tuttavia una libertà caotica né priva di direzioni quella dei musicisti, perché ricca della storia musicale (volente o nolente nelle intenzioni dei componenti) e dei gusti degli stessi. In un certo senso, proprio uscendo da una rigorosa impostazione jazzistica, e a volte dal suo linguaggio, il Cristiano Pomante Group mette in risalto l’essenza del jazz stesso; il dialogo e il confronto con gli altri, con lo scopo di creare un’armonia grazie alla quale si possa ascoltare e parlare tutti insieme.