“Romance” è il primo album per la band toscana dei Lola & The Workaholics, in otto trace dalle mille sfaccettature ritmiche e una voce potente. Quella di Aurora Cosimi Loffredo, in arte Lola, che traccia sentieri luminosi nel bosco fitto della dub, e capace di spaziare tra diversi generi musicali. Sotto la sapiente direzione di Giancarlo Di Vanni, producer e dub master, il disco prende forma tra ritmi funky, reggae e gipsy, e gradevoli violini. Ci immaginiamo già questo lavoro portato su di un palco, con l’esuberanza e l’ecletticità di Lola e i suoi mille abiti, da lei stessa realizzati. “Romance” dei Lola & The Workaholics parla molto di storie d’amore, vissuto e sperato, ma anche di temi sociali (“Curry Muffin”) e ninne nanna (“Lullaby”). C’è spazio anche per la reinterpretazione del celebre brano del gruppo rock statunitense Jefferson Airplane, “White Rabbit”, in cui Lola veste i panni dell’Alice odierna.
Il disco dei Lola & The Workaholics prende forma tra ritmi funky, reggae, gipsy, e gradevoli violini
“Romance” si apre con la title track, una poesia in francese in cui si brama un amore che non c’è, disposti anche ad una menzogna. Sentirsi dire “ti amo” anche se non è vero, spinti dal desiderio di avere una storia d’amore, a volte può rinfrancare quel tanto che basta. Un bel groove misterioso e sensuale quello di “Kiss Me”, che accompagna il canto erotico di Lola, in cui chiede d’esser baciata in ogni modo. A tratti, in questo brano, vengono messi a frutto gli studi di canto lirico di Aurora Cosimi Loffredo, che danno una forma onirica al pezzo. La reggaeggiante “Libera” ci porta in una storia d’amore che giunge al termine, libera e cosciente, senza rimpianti o pregiudizi, una danza suadente e sincera. Il primo singolo estratto è “Lullaby”, una sorta di ninna nanna ma a ritmo sostenuto, sicuramente gradevole all’ascolto, ma che non concilia affatto il sonno.
“Romance”, in sostanza, ci lascia un buon sapore in bocca e belle vibrazioni nello stomaco
I violini di “Diva” introducono l’entrata in scena della protagonista, che sceglie l’abito più sexy per ammaliare il pubblico maschile, ma poi non funziona sempre. “…mi piace quando ti piaccio, ma poi che faccio? Ti guardo di ghiaccio e penseresti, che sono pazza di te, invece vorrei esser solo gentile”. Questo breve estratto dal brano “Diva” rende perfettamente l’idea di come si rischia di passare da cacciatrice a donna arrendevole in un batter di ciglia. “Obvious” chiude l’album dei Lola & The Workaholics, e con la descrizione delle bellezze della vita di ogni giorno arriviamo alla fine di questo disco. “Romance”, in sostanza, ci lascia un buon sapore in bocca e belle vibrazioni nello stomaco, e siamo molto convinti del progetto di Lola & co.