MADBEAT: "Il guadagno dove si campa sta solo nel mainstream"
Madbeat Foto Promo
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MADBEAT: “Il guadagno dove si campa sta solo nel mainstream”

Anche se l’underground italiano sta vivendo un momento decisamente magro, a causa della mancanza di spazi dove suonare fisicamente e di spazi di diffusione nei media mainstream; le scene delle città storiche del rock italiano brulicano di band valide. Oggi abbiamo come ospiti sulle pagine virtuali di Music.it i punk rockers Madbeat; che possiamo sicuramente includere nella categoria sopracitata senza timore di smentita. Nati fra Cuneo e Torino nel 2013,  pubblicano il loro primo disco,  ”Ancora Domani” nel 2015; dopo alcuni cambi di formazione esce ” Luci Rosse ” nel 2019, quest’anno è la volta del loro EP ”Cadere’.

Salve ragazzi, allora la prima domanda qui sulle pagine virtuali di Music.it è sempre e solo una; vogliamo che ci raccontiate l’aneddoto più imbarazzante che vi è capitato dall’inizio della vostra carriera ad oggi.

A Parma, durante il tour di Luci rosse, suonavamo allo Splinter Club. Dopo una lunga presentazione del brano “Amica Mia”,  con tanto di spiegazione del significato della canzone; il nostro chitarrista Giulio si avvicina al microfono e se ne esce dal nulla con: «Salutami il tuo pappagallo»; si stava rivolgendo ad una ragazza che poco prima, parlando appunto con Giulio, gli raccontava di aver avuto un pappagallo, di nome Giulio anche lui. L’imbarazzo era palese dato il doppio senso che poteva avere una frase del genere, e dato che tutto questo era completamente fuori contesto.

Venendo alle cose serie, mi congratulo per il vostro nuovo EP,  ”Cadere” , davvero un bel disco con una produzione veramente eccellente e tante canzoni su cui cantare e pogare; come siete riusciti a costruire questo bellissimo sound  che deve un sacco agli anni novanta ma allo stesso tempo risulta attualissimo?

Dopo il Tour di presentazione di Luci rosse abbiamo capito quello che più ci piaceva, sia a livello di suono che di scrittura; da li dato che “Cadere” è il primo disco scritto con questa line up ci siamo messi in gioco al 100% , mettendo sul piatto ogni influenza che ci ha caratterizzato personalmente.

Continuando a parlare  del vostro sound; ho notato delle grosse differenze stilistiche e a livello di sound fra la vostra produzione degli ultimi due anni e  ”Ancora Domani” (del 2015) ; cosa ha causato questo deciso cambio di rotta?

I Madbeat hanno avuto 7 Line up nella loro storia; questo ha influenzato molto la scrittura delle canzoni e del loro sound. In secondo luogo, la crescita di una band è legata alla crescita dei suoi membri. Ovviamente, scrivendo canzoni a 30 anni,  abbiamo una visione più matura rispetto che  quando le scrivevamo a 22.

Dalla maniera in cui scrivete le vostre canzoni mi è parso di capire che il vostro bagaglio musicale  contiene tanto punk classico, ma anche delle cose meno ‘’ovvie’’; ad esempio nel vostro featuring con il rapper, dj e beatboxer Mauràs ; parlateci delle vostre influenze, sia come corpus del progetto Madbeat che individualmente come musicisti/appassionati

Come Madbeat sicuramente l’influenza maggiore è il Punk Rock che a tratti tende al melodico, a tratti all’Oi!  e a tratti all’HC. Da musicisti abbiamo sicuramente come focus il Punk Rock e L’HC, anche se provenienti da filoni diversi. e  Gli ascolti di ognuno di noi sono diversissimi dagli altri. Ad esempio alcuni di noi arrivano dal Punk Inglese, altri da quello americano, altri dall’hc melodico e altri dal NYHC. Diversissime sono le influenze e gli ascolti che abbiamo tra di noi su altri generi, che possono essere Foo Fighters, The Hives, Radiohead, The Beatles, Johnny Cash, Elvis, o che vadano dall’indie, al rap, al blues al rock’n’roll.

Il tema principale del singolo ”Città” è proprio la città di Torino, da cui proviene buona parte della band,;  ascoltando molti vostri altri pezzi mi è sembrato però  di capire che il tema ritorni frequentemente, anche se magari in maniera più ‘’sottile’’, quanto e in che maniera il capoluogo piemontese ha influito sui Madbeat?

Parecchio. Le amicizie che abbiamo in comune sono per la maggior parte a Torino; le esperienze che abbiamo vissuto insieme ,e dalle quali ne sono nate alcune canzoni, le abbiamo fatte per la maggior parte nella nostra città. La storia musicale di Torino (specialmente negli anni 80/90, ma anche nei 2000) è riconosciuta in tutta l’Italia che ascolta Punk e Hardcore. Torino ha sempre avuto un Underground nutrito, di band che hanno saputo “esportare” in tutta Italia la loro musica. Il nostro parlarne è sicuramente un tributo.

 Adesso una delle cose belle che piacciono tanto a noi nerd degli strumenti, con che setup salgono i Madbeat sul palco? Strumenti, ampli e pedalanza, vogliamo sapere tutto.

Fix: Marshall JCM900 e chitarre Gibson Les Paul Tribute e SG Standard.

Giulio: Orange Dual Terror/rockerverb 50 e chitarra Hagstrom Swede con pedale Delay T-Rex Reptile.

Zo: Ampeg svt3 pro e Basso Fender Precision Vintage57 American Reissue.

Chri: Rullante Mapex e piatti Ufip (sono le uniche cose sue che usa in live).

Secondo la vostra esperienza nel 2021 il pubblico italiano è ancora interessato al punk rock? I Madbeat riescono a fare tutte quelle cose che una band punk di rilievo nazionale dava per scontate fino a primi 2000?  Ad esempio vendere dischi, farsi sentire nei media non generalisti, suonare in giro per il paese e anche guadagnare qualche soldo non dico per campare come musicisti, ma almeno per comprare chitarre nuove…

C’è molta gente che ancora supporta le band Punk Rock. C’è ancora molto interesse (meno rispetto ai 90′) a quel mondo. Molti giovani si appassionano ancora al genere, specialmente nell’underground, dove la musica è più legata ad un movimento culturale ed ha molta più attitudine. Oggi non credo ci siano band che vivono con il punk rock. Si vendono i dischi, si tira su qualche soldo, forse qualcuno si compra uno strumento (pochissimi), ma il guadagno dove si campa sta solo nel mainstream.

Visto che abbiamo nominato i dischi, da fan dei vinili colorati con le copertine belle ho apprezzato tantissimo la scelta di pubblicare il vostro EP in un 7’’ oltre che negli store digitali, è stata una scelta che si è rivelata vincente?

Abbiamo scelto di fare il 7” dato che l’uscita prevedeva solo 4 pezzi, e dato che noi avevamo appena fatto uscire un album. Era la cosa più sensata per non rimanere fermi.

Bene, parliamo del futuro dei Madbeat, avete lavorato tanto da casa in questi due anni, cosa vi attende alla fine di questa quarantena?

Speriamo  ci attendano tanti live e la possibilità di far sentire a tutti sia  ”Luci Rosse” che ”Cadere”.

Vi salutiamo lasciandovi uno spazio per dire quello che volete ai lettori di Music.it!

Tenete duro, continuate a seguirci e supportate le realtà come Music.it che danno ancora la possibilità a band come noi di farsi conoscere. Un ringraziamento e un saluto ai fantastici Madbeat, vi ricordiamo che oltre a poter ascoltare il loro ultimo EP ”Cadere”  in tutti gli store digitali, lo trovate in vendita qui  in uno splendido 7” bianco.