Roberto Manobianco in una foto promozionale. Foto di Azzurra Primavera.
Roberto Manobianco in una foto promozionale. Foto di Azzurra Primavera.

MANOBIANCO: “Con VADO VIA ho trovato il coraggio di voltare pagina”

Ciao Roberto Manobianco! Benvenuto su Music.it, ti va di raccontarci un aneddoto imbarazzante accadutoti di recente o in passato legato alla musica?

Certo! Qualche anno fa stavo lavorando ad un matrimonio e il palchetto dove suonavo con la mia band era quasi a bordo piscina. Durante uno dei momenti di ballo, stavo cantando “September” degli Earth Wind & Fire e un invitato che aveva alzato un po’ troppo il gomito, prende la sua compagna sulle spalle e ballando si avvicina pericolosamente al bordo piscina. Ciò che è accaduto dopo si può immaginare. Sono caduti entrambi in acqua tra le risate della gente e ovviamente le mie.

I tuoi primi approcci con la musica come sono avvenuti?

All’età di otto anni chiesi insistentemente ai miei di prendere lezioni di pianoforte ma non so bene quale sia stato il motivo scatenante. Ricordo che ebbi, improvvisamente, una voglia irrefrenabile di imparare a suonare uno strumento. Quando iniziai con le lezioni di pianoforte mi resi conto fin da subito che era quello che mi mancava, mi rendeva felice. Ho scoperto di saper cantare qualche anno più tardi, in prima media, perché a scuola la mia professoressa di musica mi ascoltò canticchiare una canzone durante l’intervallo e mi disse “sai che sei proprio bravo?”. Quelle parole mi diedero il coraggio di far conoscere a tutti quelli che mi erano vicini anche un’altra parte di me. Ho iniziato a cantare nel coro della chiesa del mio paese, a volte anche da solista, ma solo all’età di 16 anni mi sono deciso a prendere lezioni di canto.

Manobianco, sappiamo che sei direttore della sede di Bari all’Accademia della Musica ed insegni canto. Come sei arrivato all’insegnamento?

Sì, sono direttore di sede del corso Vms in Canto pop presso la sede di Bari che si tiene all’Accademia della musica. A 21 anni mi fu chiesto dalla direttrice del coro gospel in cui cantavo di sostituirla per un anno. All’inizio ero spaventato ma accettai. Chiamai la mia insegnante di canto e le chiesi di aiutarmi in questa nuova avventura. Quella prima esperienza mi ha stravolto perché ho scoperto di amare l’insegnamento. Da lì in poi sono conseguiti una sere di studi mirati all’apprendimento dell’insegnamento del canto. Studi che mi hanno portato a conferire il diploma in didattica del canto presso il VMS di Loretta Martinez e il diploma in singing teaching rilasciato dalla West London University. Ma dato che non si smette mai di imparare, sono in procinto di iniziare un nuovo percorso, un master in fisiopatologia, riabilitazione e didattica della voce cantata e recitata.

I giovani allievi quale obiettivo si pongono tra il diventare musicisti o artisti famosi?

Molti vengono semplicemente per imparare a cantare, molti altri perché hanno un obiettivo concreto come quello di sfondare nel mondo della musica o come performer di musical. La prima domanda che pongo a tutti sempre è: “Cosa vuoi dalla mia lezione di canto?”. In base alla risposta e in base a ciò che capisco durante le prime lezioni creo un percorso formativo adatto ad ognuno di loro. Ma la lezione che cerco sempre di impartire è che solo attraverso lo studio e l’impegno che si arriva a raggiungere i propri obiettivi.

“Vado Via” è il tuo primo singolo. Come nasce la canzone e qual è il messaggio che vorresti, arrivasse al pubblico?

Nasce dopo l’ennesima rottura di un rapporto fatto di alti e bassi e che non faceva altro che minare la mia stabilità; un rapporto che ero riuscito più volte a risanare ma che mi faceva più male che altro. Con “Vado via” volevo darmi forza per voltare pagina, voltare le spalle ad una relazione tanto intensa quanto distruttiva. In realtà non volevo lanciare messaggi, volevo solo esorcizzare quel momento particolare della mia vita, ma spero che chi lo ascolta possa ritrovarsi in quello che ho scritto e magari trovare lo stesso coraggio che ho trovato io nel lasciar andare ciò che non mi faceva essere pienamente felice.

Manobianco, quali sono gli artisti italiani e internazionali che stimi maggiormente?

Amo tutta la musica. I gruppi e interpreti che hanno accompagnato nella mia crescita artistica e non, sono legati a tutte le persone che ho incontrato nella mia vita e che mi hanno permesso di scoprire sempre nuovi mondi musicali. A 16 anni ascoltavo i Nirvana, The Cure,The Hole e i The Smashing Pumpkins ma anche gruppi italiani come gli Articolo 31. Crescendo ho scoperto il jazz, il soul, l’R&B e il rap oltreoceano innamorandomi della duttilità vocale di Ella Fitzgerald, della sofferenza di Billie Holiday, della forza vocale di Nina Simone e del flow di Tupac e Notorius B.I.G. Non è facile rispondere a questa domanda perché sono in continua evoluzione musicale e stimo più la musica che i singoli artisti.

Puoi rivelarci qualcosa in più sui tuoi progetti futuri?

A breve usciranno nuovi singoli e un EP, per il resto … chi mi segue, lo scoprirà!

Le ultime righe sono tue. Saluta i nostri lettori in totale libertà!

Saluto tutti i lettori e li invito a seguirmi sui miei canali social Facebook e instagram e a seguirmi sul mio canale vevo “RobManobianco”.

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