MARVASI: "La maggior parte dei miei brani nascono in camera mia"
Marvasi in uno scatto promozionale.
Marvasi in uno scatto promozionale.

MARVASI: “La maggior parte dei miei brani nascono in camera mia”

Ciao Marvasi, noi di Music.it siamo pronti per scambiare due chiacchiere insieme a te! Direi di cominciare con una sorpresa per i nostri lettori: un aneddoto imbarazzante che non hai mai raccontato!

Mi piace come idea! La mia più grande figuraccia in ambito artistico è stato sono stato nella sede di Sony a Milano ed ho chiesto un bicchiere d’acqua ad un manager pensando fosse un cameriere… Rido ancora se ci penso

La tua vita è sempre stata accompagnata dalla musica: già ad otto anni scrivevi i primi testi. C’è qualcuno nella tua famiglia che ti ha iniziato a questa passione? O nasce tutto da te?

Nasce tutto da me, nonostante vorrei tanto avere un parente con la stessa passione!

Sicuramente il mercato musicale è complicato e competitivo: esiste una ricetta vincente per farsi strada? Qualcosa che ti sentiresti di consigliare ad altri giovani artisti?

Non mi sento ancora nella posizione di poter consigliare, poiché sono un artista emergente all’inizio della sua carriera. Tuttavia, penso che la cosa più importante sia lavorare con dei professionisti; grazie ad Alessandra Placidi (ufficio stampa) ed Alex La Gamba (promozioni sulle piattaforme digitali), il mio primo singolo Tratti di Vernice ha raggiunto degli ottimi risultati. C’è chi ce l’ha fatta da solo, è vero, ma avere dei professionisti del settore alle spalle penso che sia un prerequisito fondamentale per farsi conoscere.

Il 26 giugno è uscito “Tratti Di Vernice”, singolo che segna il tuo esordio. Nel brano parli di una storia d’amore finita, e la cosa curiosa è che lo fai in terza persona. Come mai?

Ho deciso di scrivere le strofe in terza persona perché sono principalmente descrittive; raccontano la situazione sentimentale di una relazione appena finita, entrando in dettali quali “ricorda la sua voce poco femminile” o “le smorfie del suo viso”, che ben esprimono le emozioni che ho provato quando ho scritto il brano. Nel ritornello, invece, ho deciso di utilizzare la prima persona poiché più diretto, empatico ed emotivo; il ritornello e l’outro della canzone, descrivono le conseguenze degli stati d’animo di cui ho parlato nelle strofe.

Quando scrivi una canzone, hai un posto del cuore dove ti senti più ispirato? Un luogo dove ami raccogliere le idee, i pensieri…

La maggior parte dei miei brani nascono in camera mia, con una chitarra ed un bicchiere di vino. Non sono solito scrivere a comando, a tavolino.. Mi è sempre risultato forzato e controproducente. Non appena ho la musica, le melodie ed il testo, seppur con qualche modifica da fare in corso d’opera, mi registro una demo e la mando al mio produttore Leonardo Magara per avere un riscontro. Se convince entrambi ci iniziamo a lavorare su.

Ormai sono mesi che conviviamo con una situazione molto difficile. Pensi che cambierà in qualche modo l’industria musicale?

Questo periodo, purtroppo, ci ha fatto capire che la categoria “artisti” in Italia dovrebbe essere più tutelata. La maggior parte dei guadagni di un artista dipendono dai live che, durante il lockdown e per almeno qualche mese ancora, sono fermi. Penso alla categoria dei musicisti, che dopo anni di studi e sacrifici si ritrovano in contesti in cui sono sottopagati o precari e tutto questo mi rattrista. Tuttavia, sono felice di vedere che molti artisti italiani stanno uscendo con nuovi progetti. si può rallentare il lavoro, ci possono essere limiti e barriere ma la musica è una forma d’arte e, in quanto tale, non smetterà mai di esistere.

Parliamo del futuro. Quali saranno le tue prossime mosse, cosa bolle in pentola?

Stiamo preparando il mio secondo singolo ufficiale. Rimarremo sul genere Indie pop elettronico ma ci saranno degli elementi diversi, nuove sonorità. Ora rimaniamo concentrati su “Tratti di vernice”; è una canzone in cui crediamo molto e siamo partiti bene. È un percorso lungo, spero che l’impegno, il lavoro e la perseveranza saranno pienamente ripagati.

Marvasi, siamo giunti al termine di questa intervista, ti saluto con l’augurio di risentirci presto per parlare ancora insieme, le ultime righe le lascio a te!

Vi ringrazio moltissimo per l’intervista, è stato un piacere rispondere alle vostre domande! Spero che ci sentiremo anche per il prossimo singolo, magari avrò nuovi aneddoti imbarazzanti da raccontare e, sicuramente, ci saranno novità interessanti riguardo la mia carriera musicale! Grazie ancora, a prestissimo!