MESSY & THE GANG: "Tutto è partito da un periodo molto buio della mia vita"
Messy & The Gang in una foto promozionale.
Messy & The Gang in una foto promozionale.

MESSY & THE GANG: “Tutto è partito da un periodo molto buio della mia vita”

Messy & The Gang è su Music.it! Grazie per essere qui. Giù i veli. Racconta ai lettori l’episodio più strano e divertente che ti sia mai accaduto grazie alla tua musica!

Penso l’episodio più divertente sia stato lo scorso anno durante il tour estivo. Stavo suonando a Cotriero, ed eravamo giù con i ragazzi di Last Floor Studio. Verso la fine del set alcune persone si erano “accumulate” in console e uno tra tutti mi chiese di prendergli da bere visto che io suonavo e non pagavo. Poco dopo scoprimmo che aveva rubato degli accendini al banchetto di Last Floor Studio.

Quando è nata la tua passione per la musica elettronica?

La mia scoperta del mondo della musica elettronica risale all’estate del 2009. Ai tempi avevo poco più di 14 anni, ed ero dalle parti di Castelfranco Veneto in vacanza dai miei cugini. Nello stesso periodo si svolgeva lo Sherwood festival e finimmo ad una serata in cui suonavano i Prodigy. Ho sempre ascoltato e suonato molto rock e in quegli anni ero particolarmente preso dal metal e i suoi derivati, ma non avevo mai ascoltato elettronica. Devo ammettere che pur avendo apprezzato la performance dei Prodigy, ci misi ancora qualche anno prima di appassionarmi del mondo elettronico. Il vero battesimo penso sia arrivato effettivamente quando sono partito per Berlino nel 2016.

Chi consiglieresti di ascoltare per iniziare a immergersi nel tuo mondo?

Dipende da che panorama si arriva. Se si è sulla corrente rock sicuramente Radiohead e Apparat possono essere un buon esempio. Se si arriva dall’elettronica consiglierei più James Blake, Burial, Silent Strike, Jan Blomqvist e Moderat.

I tuoi brani affrontano tematiche affascinanti. Dal fantascientifico al mondo dei sogni. Da cosa prendi ispirazione quando componi? Qual è la ricetta segreta?

Il fatto che ogni ascoltatore associ, in maniera inconscia, un’immagine per ogni canzone che ascolti, credo sia uno dei motivi principali per cui faccio musica. È un’estensione che fa breccia nella nostra immaginazione. Ho sempre ammirato album come “The Dark Side of The Moon” per il fatto che avessero una storia a legare ogni canzone, e per come senza la nostra immaginazione, non sarebbero la stessa cosa. Da qui la decisione di avere un concept da accostare alle mie produzioni. Per tutto il resto penso che ogni idea nasca in maniera differente, di solito è tutto relativo a ciò che sto vivendo nella mia realtà.

Il tuo ultimo EP, uscito poco fa, si chiama “Me, Camilla & The Devil”. Già dal nome promette atmosfere cupe. Di cosa tratta?

Diciamo che tutto è partito da un periodo molto buio della mia vita, e mano a mano si sono aggiunti tutta una serie di tasselli che hanno contribuito alla scrittura e la pubblicazione dell’album. Abbiamo giocato molto sulla spiritualità e il mondo dell’occulto per rappresentare la depressione e il suicidio. Ci siamo appassionati talmente tanto a questa cosa che abbiamo registrato tutte le parti di piano con un pianoforte appartenuto al beato Bartolo Longo, nota figura per aver dedicato la prima parte della sua vita all’esoterismo. Abbiamo anche incluso una registrazione del suo carillon in una delle tracce. Senza parlare della collaborazione di Nessuno Niemand, un artista pugliese che ha realizzato due sculture, di cui una rappresentante il diavolo, i quattro tarocchi e le copertine del disco.

Il singolo estratto è “When We Are Alone”, nato insieme a Hi-Hat Therapy. Il tuo primo pezzo cantato. Cosa ti ha portato a questa scelta?

Penso sia stata più una necessità di esprimersi, rispetto ad una scelta. Ho sempre provato a cantare sulle mie produzioni, ma non ho mai avuto veramente qualcosa da dire che potesse significare qualcosa di importante per me. Questo EP invece è stato diverso da qualsiasi cosa avessi mai prodotto prima.

Nei tuoi video appaiono immagini evocative, a volte astratte e molto travolgenti. Sei sempre tu a curare la regia?

Ho dato l’idea iniziale della metro e delle scene nella vasca, ma erano solo linee guida. La regia è stata curata da Gianluca Distante e Nessuno Niemand!

Messy & The Gang sta già lavorando ad altro?

Certo ho un sacco di nuova musica in arrivo! Anche per una nuova etichetta berlinese chiamata Tiefdruckgebeat che mi ospiterà il prossimo primo giugno per una data a Burg Schnabel. Ho un nuovo Ep molto più elettronico in arrivo con loro. Con Last Floor Studio invece l’intento è quello di riuscire a trasformare “Me, Camilla & The Devil” in un vero e proprio album, aggiungendo nuove canzoni con un cantato.

Qual è il posto, località o quel che vuoi, per cui daresti l’anima pur di poterci suonare?

Vedendo i recenti annunci del Viva Festival per quest’estate penso sarebbe un sogno poter aprire per Apparat, anche se capisco io debba ancora fare molta strada prima che questo si possa realizzare. Magari in futuro! Per il momento non vedo l’ora di tornare a suonare a Berlino e in Salento!

Messy & The Gang, grazie per il tempo concesso. Ti lascio carta bianca per chiudere l’intervista come preferisci. Colpisci duro! A presto!

Ti ringrazio per lo spazio concesso e ringrazio tutti coloro che hanno lavorato e creduto in questo progetto, prendendone parte ed aiutandomi a realizzare questa uscita! Ciao!