Milano 84, bentornati sulle nostre pagine! Come già sapete, noi di Music.it siamo soliti iniziare le interviste con un ricordo imbarazzante accaduto durante il percorso musicale degli artisti. Vi viene in mente un altro aneddoto da raccontare ai nostri lettori o magari è successo qualcosa di nuovo durante quest’ultimo periodo?
Fabio Fraschini: L’aneddoto nuovo è che si sta rafforzando la convinzione che veniamo da Milano, anzi per la precisione da Como! La cosa ci diverte molto ed è diventata un equivoco con il quale giocare un po’.
Che cosa manca oggi, secondo voi, nella musica pop italiana?
Fabio Di Ranno: Manca la raffinatezza dei Matia Bazar più elettronici, la provocazione chic dei Decibel di Enrico Ruggeri, la creatività in anticipo sui tempi dei Krisma, l’attitudine rock wave e internazionale di Garbo, il glamour dell’italo disco di cui Gazebo è stato The King. Al pop italiano manca un po’ l’eleganza per cui siamo noti nel mondo, ecco.
Per capire il futuro bisogna conoscere bene il passato, ce lo ricorda “Fanatic”, il vostro nuovo singolo. Cosa vi portate dietro del vostro passato, dei vostri quindici anni, e cosa invece pensate di aver perduto completamente?
Fabio F: Ci portiamo dietro la creatività, il sogno e la passione. Per il resto io non credo di avere molto in comune con il mio “me” quindicenne.
Ascoltando “Fanatic”, mi è tornata in mente la frase di Italo Calvino che dice: «Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore». Da uomini adulti e sensibili credo che questa leggerezza non l’abbiate mai persa, allora mi domando: quale è il vostro segreto e quanto è importante il ruolo della musica, secondo voi, in questa società troppo spesso opprimente?
Fabio D: Quando cresci e – da adulto – trovi un compagno di giochi come quando eri bambino la vita ti ha appena fatto un regalo bellissimo, e per nulla scontato. Io e Fabio F ci siamo conosciuti che eravamo già grandi, eppure il divertimento e l’entusiasmo con cui lavoriamo a Milano 84 è molto simile a quello di due ragazzini. Anche se su tante cose abbiamo gusti e opinioni differenti (io, per dire, al contrario di lui sono in perenne connessione col me stesso quindicenne) la musica è un terreno comune, il campo di gioco. È la più impalpabile tra le arti, eppure quella che arriva a toccare chiunque. In questo senso, la musica ci eleva, qualunque sia la nostra condizione di partenza. È la perfetta incarnazione della leggerezza di cui scrive Italo Calvino.
Sia “Awesome” che “Fanatic” sono in inglese e vedono il featuring con una donna. Spiegateci il motivo di questa scelta. Ci saranno delle variazioni nei vostri progetti futuri?
Fabio F: Milano 84 nasce come un progetto “aperto”, non seguiamo uno schema preciso. Ci sono in cantiere pezzi in italiano, in inglese e anche in francese. E in futuro avremo featuring che torneranno e nuovi che si avvicenderanno, senza nessuna preclusione.
Parlateci del nuovo videoclip: da cosa sono state suscitate le immagini riportate come la leggerezza di una farfalla e quel senso di energia irrefrenabile e di libertà che si prova nell’andare in motocross?
Fabio D: Volevamo evidenziare esattamente questo, la struggente e ruggente energia di chi – fortunato – corre nel passato e atterra nel futuro, o viceversa. Tra l’altro il motocross è una bella metafora dell’evoluzione del costume: negli anni 80 a correre erano solo gli uomini, oggi le donne corrono e gareggiano. Nella canzone poi, si parla di una farfalla che vola e vuol vivere per sempre: è la leggerezza che sfida le leggi della natura. D’altronde, un adolescente non si sente forse eterno?
Musica e social, un binomio di fondamentale importanza per i tempi che corrono, ma assolutamente sconosciuto in passato. Come vi ponete di fronte ai social? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo nuovo approccio?
Fabio F: Li utilizziamo e li riteniamo un mezzo per promuoverci. Cerchiamo anche di essere originali nel proporre immagini iconiche, copertine di magazine rivisitate e tutto quello che consideriamo utile ad attirare l’interesse su di noi. Il vantaggio sta, quindi, nella possibilità di autogestirli, lo svantaggio nella difficoltà di dirottare utenti passivi sull’ascolto della tua proposta musicale.
Dopo “Fanatic” uscirà il vostro primo album “Monochromatic”. Nell’intervista precedente Fabio Di Ranno ha detto di essere soggetto ad una piacevole forma di sinestesia, dunque, quale sarà il colore dominante di questo album? Perché?
Fabio D: Quanto i colori siano importanti nelle nostre vite lo rivela già il titolo che abbiamo scelto, “Monochromatic”. Nella grafica, nel design, lo schema monocromatico esplora tutte le possibilità legate all’uso di un colore, declinato nelle sue molteplici sfumature. È un po’ quello che noi abbiamo cercato di fare con un certo sound che identifica gli 80s. Lo abbiamo indagato e proposto alla nostra maniera, manipolando di volta in volta gli stilemi dell’italo disco, del synth pop, della wave. E il colore che alla fine abbiamo scelto per identificare il nostro lavoro è il rosso, che campeggia nella cover. L’album nel suo insieme ci “suona” rosso. Sarà interessante scoprire di che “colore” suonerà alle orecchie di chi lo ascolta!
Milano 84, la nostra intervista è giunta al termine ed io vi ringrazio per essere stati con noi. Ora l’ultima parola va a voi per aggiungere ciò che preferite: spazio alla fantasia! Ciao e a presto!
Fabio F: Stiamo lavorando per proporre le nostre canzoni live, non vediamo l’ora!
Fabio D: Per il momento diamo appuntamento a tutti a fine gennaio, con l’uscita su vinile di “Monochromatic”, ma non è escluso che qualche altra anticipazione a sorpresa arrivi entro la fine dell’anno.