Benvenuto Mondoriviera su Music.it, oggi parliamo un po’ della tua visione della musica, del tuo percorso, ma soprattutto del tuo nuovo disco “Il Tempio Degli Uomini Granchio”. Ma prima, che ne dici di raccontarci qualche aneddoto divertente, meglio se imbarazzante, che riguarda la tua vita di musicista?
Non so… Non succedono troppi fatti imbarazzanti, forse a volte si crea una situazione di imbarazzo quando la musica che proponi è completamente fuori luogo ma dopo un po’ ci si abitua, credo. Un’avventura divertente è stata andare in Salento da Ravenna in dritto.
Quale ruolo ha la creazione musicale nella tua quotidianità?
Per me è molto divertente e rilassante crearla e ci dedico molto tempo durante la giornata proprio perché mi rilassa sia realizzarla sia ascoltare quella degli altri.
Come nasce Mondoriviera? Quale è l’alchimia che sta alla base del tuo progetto?
Mondoriviera nasce dal bisogno di fare della musica diversa da quella che facevo prima, ho tre progetti musicali attivi, Ponzio Pilates, Manuel Pistacchio e Mondoriviera appunto, e quest’ultimo è il progetto dove i miei fetish musicali possono liberamente circolare, senza ritegno. È un progetto molto personale e a volte forse anche un po’ goffo, ma “de core”.
Quali sono gli artisti a cui più ti sei ispirato per la tua musica?
Prima della scrittura de “Il Tempio degli Uomini Granchio” ho ascoltato molto Spencer Clark e mi ha influenzato un sacco il modo in cui fa musica e le atmosfere che ha creato nei suoi dischi.
Raccontaci del tuo disco “Il Tempio Degli Uomini Granchio”? Come nasce? Come prende forma? In quale relazione si trova con l’omonimo film che non ha visto la luce?
“Il Tempio degli Uomini Granchio” è la colonna sonora di un film che non esiste, l’idea era di un film psycho/splatter amatoriale al limite della demenza in cui il protagonista (mutante in preda a incubi e terrore) intraprende un cammino verso “Il Tempio degli Uomini Granchio”, antico luogo fondato appunto dagli “Uomini Granchio”. I brani contenuti nel vinile sono pensati per ipotetiche scene di questo film inesistente e io, quando lo ascolto, provo a immaginarmelo. Le registrazioni le ho fatte tutte l’estate scorsa spulciando tra un sacco di strumenti virtuali, ed è stato divertente.
Cosa vuoi trasmette con questo disco?
Più che trasmettere qualcosa, volevo creare un mondo intorno a queste tracce perché sentivo che tutte quante avevano una linea comune a livello estetico.
In che relazione si pone il tuo disco con il mondo lo-fi, vaporwave e post-elettronica di adesso? Ti senti appartenere a questa categoria?
Non saprei, io lo vedrei bene proprio nel reparto delle colonne sonore, sicuramente lo-fi, però non sto molto a pensare a questo perché non sono troppo fanatico della categorizzazione musicale. In ogni caso, molta roba che mi ascolto appartiene a quei macro-gruppi che hai citato e potrebbe starci dentro anche questo mio disco, penso.
Quali pensi siano i nuovi sbocchi della musica nel futuro? E quali sono i tuoi progetti per il futuro?
È da tanto che la musica si fonde con mille altre cose. Credo che il futuro offra sicuramente possibilità incredibili in ambito hi-tech e sono veramente curioso di vedere cosa succederà un domani. I miei prossimi progetti sono quelli di portare in giro questo disco con i live, appena possibile, oltre a mixare il nuovo disco dei Manuel Pistacchio e preparare il nuovo live set dei Ponzio Pilates.
Quali sono secondo te i film che più hanno realizzato la sinestesia tra immagine e suono? Perché?
La colonna sonora de “La montagna sacra” mi ha trasmesso la sensazione di aver colto esattamente l’essenza audio del film. Anche quella di “Orwell 1984”.
Ed eccoci giunti alla fine, ringraziamo Mondoriviera per averci dedicato del tempo prezioso. Le ultime righe sono tutte per te, riempile come più preferisci! A presto!
Sto preparando anche tutti o quasi tutti i video dei brani contenuti nel disco, quindi presto usciranno!
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