MORGAN parafrasa alcuni passaggi controversi della sua versione di SINCERO
Marco Castoldi, in arte Morgan, ex Bluvertigo.
Marco Castoldi, in arte Morgan, ex Bluvertigo.

MORGAN parafrasa alcuni passaggi controversi della sua versione di SINCERO

Direttamente dal sito ufficiale di Marco Castoldi, in arte Morgan, arriva la parafrasi della parafrasi della sua rivisitazione di “Sincero”. Ha già rivisto più e più volte le ragioni che avrebbero portato all’abbandono del palco del Festival di Sanremo 2020 da parte di Bugo (clicca qui per saperne di più). Ora bisognerà monitorare la sua pagina personale per constatare quante possibili esegesi (tutte giuste) farà l’ex Bluvertigo. Già l’intro è un capolavoro di contorsionismo. Assai lontano da ogni criterio di leggibilità, Morgan non fornisce il testo poetico e chiede al lettore uno sforzo decisamente evitabile. Il “dissidente e dissennato cantante” amante delle allitterazioni scrive:

«Vorrei fare luce su un dettaglio e mezzo del mio testo dissident. Non è dissing, però è dissenso cantato da un dissidente a un dissennato cantante.
Il primo è a proposito del verso n.5, cioè il primo della seconda quartina, per intenderci la sezione del brano che si chiama A2, cioè la seconda metà della strofa n.1 che volendo possiamo anche considerare strofa n.2 se per noi la strofa è esaurita insieme al giro armonico completo. In questo caso si tratta della prima frase della seconda strofa, ovvero quella che tutti stanno malinterpretando»

Mario Monicelli avrebbe felicemente scritturato Morgan come sceneggiatore di “Amici miei”

«La versione del sottoscritto, quindi quella paradossalmente ufficiale dal momento che si tratta di una versione tutt’altro che depositata e ufficializzata, a tal punto che è causa della squalifica dalla gara, è la seguente…»

La cover di Morgan di “Sincero” di Bugo, quindi, sarebbe diventata quella ufficiale proprio in quanto non certificata ufficialmente e causa dell’esclusione dal Festival di Sanremo 2020. Ma proseguendo oltre, il nostro ci fa ripassare un po’ di filosofia antica:

«“Certo disordine è una forma d’arte”…
Intendendo qui che alcune tipologie di disordine, ad esempio quel disordine che appartiene alla creatività o alla organizzazione fantasiosa e non rigida della realtà e degli oggetti che fanno parte della realtà, sono delle modalità che a volte stanno alla base dell’artista stesso, cioè che molte opere d’arte nascono proprio dal caos, come del resto si narra che il mondo venga generato da un magna amorfo, l’ápeiron. Dal Caos al Cosmos»

Fu così Anassimandro tornò dagli inferi per proporre a Morgan una collaborazione

Per farla breve:

«Ok, d’accordo, lo sappiamo che in molti casi gli artisti sono disordinati, casinisti, incasinati, ma tu no, tu non sei il prodotto della coltivazione del disordine, ma piuttosto uno che calcola e trae forza dal rancore. Quindi:
Certo disordine è una forma d’arte, ma tu sai solo coltivare invidia
»

Quando “IL” fa la differenza, e non stiamo parlando della pubblicità de “Il Meteo”. Ma l’ermeneutica di Morgan non si ferma qui. Il chiacchieratissimo cantautore continua a non fornire né a latere né calce la lirica incriminata. Tanto ormai la sappiamo tutti a memoria. Si appresta, dunque, a spiegare quei versi che recitano:

Ringrazia il cielo sei su questo palco
Rispetta chi ti ha portato dentro
Sincero – covered by Morgan

Ebbene, l’avvertenza è sempre per evitare di sfociare in interpretazioni superficiali. A quanto pare, «ringrazia il cielo sei su questo palco» non ha bisogno di traduzioni. Per il nostro, infatti:

«Quel che si intende è che essendo il palco luogo dove va in scena lo spettacolo nella sua magia e in tutta la sua produzione di “stelle”, “astri”, divinità chiamati divi ecc… chi o cosa va ringraziato è il cielo, in quanto si coglie l’altezza di quel privilegio e si rivolge una preghiera a ciò che è più grande di noi e che non per forza deve essere Dio ma sicuramente qualcosa di simile al destino o alla fortuna o al caso o alla provvidenza. Certamente una cosa grande, che dobbiamo onorare e di cui dobbiamo vivere la sacralità. Ecco perché ringrazia il cielo, infatti qui si è “su” questo palco, sopra»

Tacciato di delirio paranoide, Marco Castoldi si rivela un fine critico d’arte. Non tutti gli addetti ai lavori riescono a tirar fuori l’acume che Morgan dimostra in queste righe. Riesce, infatti, a dare pienamente ragione dell’operazione di critica dissidente consumata direttamente sulla sacralità del palco del Festival di Sanremo 2020. La mancanza del ‘se’ che viene spontaneo canticchiare sulle note di “Sincero” segnala la contemporaneità tra l’espressione dell’ammonimento e della forma artistica al contempo. Letteralmente: un genio.

Sul finale, torna il Morgan che ci siamo abituati a conoscere con “Sincero”

«Poi si riatterra e si guarda la realtà con occhi leali e buoni e si vede che ci sono persone che hanno reso questo possibile, ma non sono Dei, non sono maghi: sono persone normali in carne ed ossa ma che per noi hanno fatto qualcosa per cui sentiamo non di inginocchiarci e rendere grazie ma semplicemente di trattarle rispettosamente, e quando parlo di rispetto parlo proprio di quello che né Bugo né i suoi collaboratori hanno avuto nei miei confronti. Non mi riferisco al giorno prima, ma ai due mesi precedenti, estenuanti, in cui tutti i giorni non ho ricevuto il rispetto da parte loro. Ecco che allora si richiama al rispetto chi ti ha portato non “sul” palco, ma “dentro” questo meccanismo dal quale tu trarrai beneficio in ogni suo aspetto»

https://youtu.be/P6T3xM4_u6I