NAUTHA: "'Tutti i Colori Del Buio' è uno stimolo luminoso e un viaggio onirico"
Il trio dei Nautha.
Il trio dei Nautha.

NAUTHA: “‘Tutti i Colori Del Buio’ è uno stimolo luminoso e un viaggio onirico”

Diamo oggi il benvenuto su Music.it al trio romano dei Nautha. Ci piace iniziare le nostre interviste chiedendo un aneddoto legato alla musica particolarmente significativo. Qual è il vostro?

Il progetto Nautha ha preso forma da una manciata di brani composti da Antonio (bassi, chitarre e voce) rielaborati insieme a Giorgio (batterie). All’inizio era semplicemente un duo sperimentale. Dopo una serie di prove con alcuni chitarristi la scelta è ricaduta su Pierpaolo, amico di vecchia data, al quale abbiamo proposto di entrare a far parte della band, diventando a tutti gli effetti un trio. Gli inviammo via mail le prime versioni dei futuri brani che compongono il nostro disco di esordio. Durante quei giorni Pierpaolo si trovava in vacanza in barca in mezzo al mare. Ci piace pensare che i brani lo abbiano in qualche modo raggiunto nel posto giusto, al momento giusto. L’idea che soggiace al progetto Nautha trae proprio ispirazione dall’acqua, da cui deriva la prima immagine dell’uomo e la cui fluidità rimanda al movimento del pensiero e del nostro suono.

La prima cosa che colpisce di voi è sicuramente il nome, inusuale e misterioso. Potete dirci qualcosa in più?

Ci abbiamo messo un po’ prima di trovare un nome che rappresentasse bene la nostra idea di musica. Il nome Nautha deriva in parte dalla mitologia etrusca, e precisamente da Cautha, sorella del dio Sole, spesso raffigurata come una donna che sorge dall’oceano. Abbiamo sostituito la lettera iniziale perché il suono stesso evocasse quello della parola ‘nascita’. ‘Nautha’ è una entità femminile, l’esploratrice della realtà mentale dell’essere umano, in particolare di quella parte che ci rende artisti e sognatori.

Quella dei Nautha è una musica che si ispira fortemente al progressive rock e al rock alternativo contemporaneo internazionale, ma cantato in italiano, legandosi così alla nostra tradizione cantautorale. Quali sono stati allora gli artisti, nostrani e non, che vi hanno influenzato e portato in questa direzione?

Di base tutti noi siamo stati e siamo tuttora degli appassionati del genere progressive, a partire dalla scena inglese anni ’70. Pink Floyd, King Crimson, Yes, Jethro Tull – solo per citare i primi che ci vengono in mente – e dei nostrani Area, Premiata Formeria Marconi (PFM) e Perigeo. Il carattere cantautorale deriva senza dubbio dalle influenze della produzione italiana anni ’70, ma hanno avuto un ruolo molto importante anche la produzione new wave degli anni ’80 anni e la scena grunge e alternative dei ’90: Soundgarden, Alice in Chains, Motorpsycho e soprattutto i Tool. L’italiano è stato un mezzo molto efficace per raccontare una serie di stati d’animo, di ipotetici dialoghi tra dimensioni della psiche. È una lingua bellissima, ricca di sfumature e ci ha permesso di sperimentare sia sulla voce che sulla natura linguistica dei testi.

“Tutti i Colori Del Buio” è il vostro primo album, dieci tracce che portano l’ascoltatore a confrontarsi col proprio flusso di coscienza. Ma cosa c’è dietro l’ossimoro del titolo?

Il buio è quello della notte, il momento in cui dormiamo e sogniamo, creando immagini piene dei colori della vita vissuta quando siamo svegli, immagini che sono pensiero. Tutto il disco è un concept su quel buio dal quale si emerge alla nascita: lo stimolo luminoso e la reazione ad esso, sono la matrice del primo pensiero dell’uomo.

Un album registrato in presa diretta, immediato e imperfetto. È stata una scelta sicuramente artistica: parlateci meglio di questo vostro approccio alla sala registrazione.

Questa scelta nasce dalla convinzione che la musica che facciamo comunichi in modo molto più efficace se suonata dal vivo e quindi doveva essere registrata nel modo più naturale possibile. Una scelta obbligata anche per non sacrificare quella forte componente psichedelica presente nei brani che non può essere ricreata in studio, ma può solo essere catturata. Abbiamo la fortuna e l’onore di possedere una amplificazione di elevatissima qualità, grazie a Pierangelo Mezzabarba per Mezzabarba Custom Amplification, che ci ha praticamente regalato, come un Prometeo del suono, quella potenza valvolare ed analogica che tanto abbiamo cercato. Abbiamo deciso di registrare tutto il disco in due giorni di presa diretta nel nostro studio per catturare oltre alle note anche la nostra performance. Successivamente abbiamo aggiunto le voci in sovraincisione.

È molto interessante se pensiamo invece a quanto i sintetizzatori siano presenti oggi nella nostra discografia.

Pensiamo che sia una tecnica che meglio si addice al nostro stile e tra l’altro coerente con il metodo che usiamo per comporre i brani. La fase di arrangiamento infatti si svolge principalmente in studio, abbiamo la fortuna di avere una sala prove dove ogni strumento è sempre microfonato e registrato in multitraccia. Perfezioniamo quindi attraverso sessioni di improvvisazione che prendono spunto da delle idee di base, sessioni che poi risentiamo selezionando i passaggi migliori.

Cosa dobbiamo aspettarci dai Nautha dopo “Tutti i Colori Del Buio”? Un tour magari?

Come band indipendente abbiamo prodotto questo album in completa autonomia dalla registrazione alle grafiche, riuscendo anche a realizzare una tiratura in vinile tramite campagna crowdfunding. E ci teniamo a ringraziare per l’ennesima volta tutti coloro che hanno contribuito e ci hanno sostenuto con calore. Stiamo curando personalmente la promozione del disco attraverso i canali social e vendita delle copie fisiche durante i live e tramite la nostra pagina Bandcamp. Siamo molto soddisfatti dei risultati che stiamo ottenendo senza alcun supporto esterno e questo per noi è un traguardo più importante di quello che rappresenterebbe un tour. Parallelamente non ci siamo mai fermati con la composizione che già ha dato vita a sei nuovi brani pronti per essere aggiunti in scaletta a partire dal prossimo anno.

Arrivati alla fine della nostra chiacchierata, vi lasciamo in realtà quest’ultima domanda come uno spazio da riempire con quello che volete. A presto Nautha, anche noi ci godremo i colori del buio!

La nostra ricerca sonora ci sta portando verso nuovi lidi: ci piace scommettere e sorprenderci, sperimentando a tutto campo. Le nuove cose hanno un tono marcatamente più doom, più progressive e più psichedelico e sentiamo l’esigenza di asciugare anche le parole. Forse la sintesi perfetta diverrà intraprendere la strada del mercato estero e magari aprire alla lingua inglese, chissà… Intanto, prendetevi il tempo per ascoltare questo disco, per farne immagini vostre, come in un lungo viaggio onirico.