Il trasognato viaggio nell'intimità di QUATTRO, l'EP d'esordio di SPZ
Il cantautore romano Andrea Spaziani, in arte SPZ
Il cantautore romano Andrea Spaziani, in arte SPZ

Il trasognato viaggio nell’intimità di QUATTRO, l’EP d’esordio di SPZ

Uscito lo scorso 19 Giugno, “Quattro” è l’EP d’esordio del cantautore romano Andrea Spaziani, in arte SPZ. Ultima new-entry dell’etichetta indipendente milanese Undamento che stasera 11 Luglio terrà un live show nella capitale, all’interno della prestigiosa cornice del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Maxxi. Per l’occasione, tutti gli artisti dell’etichetta – tra i quali Frah Quintale, Dutch Nazari e Ceri –  si esibiranno in quella che sarà una vera e propria festa della musica.

Ad aprire, il nostro SPZ. Cantautore dalle sonorità morbide, che incrociano il dream pop a una sorta d’acustica psichedelìa capaci di restituire, in “Quattro”, attimi di dolcezza e trasognata intimità. Sicuramente individuabile tra le contemporanee sonorità indie nostrane, SPZ ricorda da vicino il cantautorato di Calcutta. Molto, per la linea vocale sciorinata in quel “saliscendi” cui Edoardo D’Erme ci ha abituati. Tanto di guadagnato però, perché una personalità SPZ ce l’ha. Testi e arrangiamenti sembrano frutto di un lavoro all’unisono, come se le parole di una canzone appartenessero già a quelle melodie.

Esse-pi-zeta, cantautore dalle sonorità morbide, che incrociano il dream pop a una sorta d’acustica psichedelìa capaci di restituire, in “Quattro”, attimi di dolcezza e trasognata intimità.

Melodie soft, senza dubbio. Eppure spaziose, larghe nella loro semplicità. Il primo dei quattro brani si chiama appunto “Quattro”. Omonimo, racconta l’ostinata solitudine dello starsene chiusi coi propri quattro pensieri, nelle proprie quattro mura. Sommessamente dolce e vagamene amaro il tono, “Quattro” avanza tra tessiture atmosferiche di tastiere e chitarre languide e fresche. “Nubi” racconta, genuino, il desiderio d’amore che una possibile distanza è capace d’alimentare. Un sogno dai riverberi innocenti e leggeri, come le melodie delle corde impiegate. Rarefatta, la terza “Dovrei”. Battistiana, è la più malinconica e racconta l’incertezza. In conclusione, “Non mi vuoi più”. Brano che ha la cadenza di una dolce ninna nanna, è un tenero e sincero lamento. Semplice, di gusto e con stile, SPZ farà certamente parlare di sé.